Federico Borhesi, pisano trapiantato da pochissimo a Londra, coglie l’occasione del videoclip Am I a Man dei Campos, per riflettere sui ritmi freneteci della vita nelle metropoli contemporanee. Lo fa saggiamente attraverso una sequenza fotografica che richiama alla mente i polar francesi, ma ovviamente anche La Jeteé di Chris Marker.
In Am I a Man seguiamo il protagonista, impersonato da Silviu Caraba, street performer conosciuto per caso dal regista, muoversi lungo la città. Non sappiamo dove sia diretto, ma sembra in ritardo dato che continua a fissare l’orologio.
«Vivo a Londra da circa 4 mesi. Arrivando dalla tranquilla periferia pisana, la frenesia della metropoli è stata, al primo impatto, piuttosto scioccante per me», racconta il regista a Rock It. «Quando dopo i primi tempi ho smesso di fare il turista e ho cominciato a lavorare qui, ho osservato questi enormi flussi di persone in continuo movimento in ogni angolo della città, come un bambino che per la prima volta vede da vicino le montagne russe, un po’ affascinato, un po’ spaventato».
«Ho scelto quella della sequenza fotografica», spiega Borhesi, «ritenendola la più adatta per esprimere visivamente il concetto, invitando lo spettatore a soffermare il proprio sguardo su qualcosa di veloce, inarrestabile.
La lavorazione ha richiesto un paio di bui e intensivi pomeriggi d’inverno, in cui ho scattato più di un migliaio di fotografie». Successivamente il regista ha editato il materiale fino a «raggiungere un umore che fosse suggestivo e drammatico, stilisticamente riferito alle atmosfere del classico noir americano o francese, ma anche di un qualsiasi buon torbido, notturno film metropolitano dei ’70».