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Grimes è una specie di Madonna post-atomica e post-patriarcato, ancora più arty dell’originale. Qui anche nelle vesti di regista, mette in fila una sequela di idee di art directon grandiose. Impossibile contare i riferimenti, risalirne all’origine. C’è un po’ di tutto, ma alla fine è “solo” un video performance dove delle minacciose cantanti – c’è ovviamente anche Janelle Monàe – spaccano tutto, in particolar modo specchi, bolle di sapone e campane di vetro. Ah, ci sono 3 minuti di titoli di coda.