Il videoclip è uno zombie audiovisivo dato per spacciato troppe volte. Stando agli osservatori, sarebbe morto almeno tre o quattro volte. E invece i promo sono ancora qua, indifferenti ai manifesti funebri, e ogni anno ci costringono a fare i conti con alcune gemme imperdibili. Fare questa Top 20 è stata una fatica, pur prendendola come un gioco: alcuni video bellissimi sono stati esclusi, l’ordine è cambiato più volte, ma tant’è. Pazienza se ci siamo fatti scappare qualcosa, se abbiamo sopravvalutato questo o sottovalutato quello: abbiamo tempo per cambiare idea, recuperare, dimenticare
Brindiamo ai registi, ai produttori e ai tecnici che, nonostante i budget ridotti, le prestazioni non pagate, le giornate lavorative di 25 ore, ancora ci credono, vanno avanti imperterriti sulla strada delle loro visioni e ci regalano queste perle. Piccole epifanie, momenti di gioia e tristezza capaci di farci ridere o di commuoverci.
Più che un bilancio, una graduatoria o un giudizio definitivo, questa classifica vuole servire da punto d’inizio, nella speranza che i vaghi responsi che escono su questa pagina possano fare da mappa; una mappa da cui cominciare a esplorare i tesori che questo formato cela negli angoli remoti di Internet. Il campo del music video rimane infatti il perfetto punto di incontro tra tensioni sperimentali e necessità commerciale. Per sua natura, il videoclip può trascendere i limiti del realismo narrativo senza perdere il “tiro”; può trasportare più facilmente lo spettatore in un universo altro, può farlo viaggiare quasi letteralmente sulle ali della fantasia, piegando il tempo e lo spazio alle sue necessità. La cosa audiovisva più simile a un sogno.
E allora cominciamo: alla posizione numero venti…