Il promo comincia con quattro giovani sovraeccitati in vacanza in Spagna in auto su una strada tutta curva in collina. Qui si imbattono in una bellissima automobile abbandonata. Il più eccitato (e fastidioso) del gruppo decide di mettersi alla guida e scorazzare in giro a tutto gas. Si rivelerà una pessima idea.
«Nella cultura popolare, l’automobile riveste ancora un ruolo molto importante nella definizione di mascolinità», commenta il regista su Promonews, «Motel Music Part.II è un corto sfacciatamente femminista, che mira a smontare il mito secondo cui un’auto può far scopare un uomo più facilmente». Hardstaff tira in ballo direttamente «il cinema machista contemporaneo come quello di Drive, di Winding Refn, giusto per fare un esempio», nel tentativo di offrire «una rinfrescante ricalibratura della relazione fra auto, violenza e conquista sessuale».
Per il regista, il corto non rappresenta una conclusione, ma piuttosto un punto di partenza «per esplorare le identità di genere e il trauma dovuto ad quasi un secolo di pubblicità (qualcosa su cui il regista e i produttori di questo corto sanno un paio di cose…) e per cercare di recuperare la verità e le emozioni dalla produzione industriale». In conclusione, Hardstaff definisce il corto «una fiaba contemporanea», un «racconto di prede e predatori».