Affidandosi al classico attraverso una vanitas in formato 4:3 e a una citazione d’eccezione, Anton Corbijn torna a lavorare con i Depeche Mode dopo la scomparsa di Andy Fletcher a maggio dell’anno scorso. L’occasione è l’uscita del singolo Ghosts Again che anticipa l’album Memento Mori atteso per la fine di marzo.
Inequivocabilmente, la morte di Fletcher ha impresso una improvvisa accelerazione alla produzione cominciata durante la pandemia e indirizzato il lavoro verso un poco usuale misticismo. Il tema della morte è infatti amplificato da immagini che rimandano a Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman (1957), in particolare all’iconica partita a scacchi tra il protagonista e la morte. Qui, lasciando sullo sfondo il ricordo dell’amico scomparso, è come se Gahan e Gore facessero un patto, prendendosi del tempo vitale pur ricordando a se stessi e a noi che la morte è, comunque, la fine ultima per tutti.
In modo diverso, Corbijn aveva già composto una vanitas per loro nel 1994, in un momento molto delicato per la band per una serie di problemi personali dei vari componenti. In Your Room, infatti, fu quasi un video antologico con riferimenti ai principali video fino ad allora pubblicati, più una serie di ritratti individuali nel ‘chiuso’ dei loro rispettivi problemi, stanze private rappresentate attraverso la presenza più o meno ingombrante di una lampada, accesa o spenta.
In Ghosts Again lo stile di Corbijn emerge nell’uso del bianco e nero, dello shallow focus e talvolta nel posizionare in basso la linea dell’orizzonte. Altro riferimento che sembra di poter scorgere è un famoso autoritratto di Robert Mapplethorpe del 1988, anche quello comunque ispirato alle vanitas seicentesche e stimolato dalla consapevolezza della morte.
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