di Riccardo Impagliazzo
Il nuovo singolo di Sina, dopo quasi un anno di silenzio, si chiama GIOVANE / non puoi farmi male e anticipa il nuovo attesissimo album VORTICI, uscito il 22 aprile. Un Sina completamente diverso rispetto a quello che si è abituati ad ascoltare. Non più ballad sentite e a tratti altalenanti, ma un duro riff di chitarra seguito da un basso ruvido e dinamico, talmente vero da poterlo toccare. Si mantiene sempre il tema dell’amore, ma qui è reso in maniera più consapevole: Sina sembra avere in mano la situazione e la stringe forte fino a strozzarla. Le barre sono sciolte, il ritornello rilassato ma consapevole in tutto.
Il video ufficiale, uscito l’8 aprile, è l’ulteriore manifestazione di questa consapevolezza. Le scelte registiche di rappresentare ambienti isolati in modo da fissare il focus e l’impostazione teatrale alquanto insolita per un video di questo stampo lo rendono un videoclip degno di essere analizzato a fondo.
Noi di Futura 1993 abbiamo avuto la possibilità di fare due chiacchiere con lui e Dario Garegnani, regista del videoclip, per farci dire di più sull’idea che sta dietro la realizzazione di questo lavoro e delle sue più interessanti sfaccettature.
INTERVISTA CON SINA
Ciao Sina, “GIOVANE” è l’unico singolo estratto dal tuo nuovo album “VORTICI”. C’è un motivo particolare per cui hai scelto proprio questo brano?
Il motivo è semplice, il groove del brano ti cattura subito. Credo che ti resti intrappolato nel cervello, quindi volevamo anticipare il disco con qualcosa che la gente si ricordasse subito. Alla fine in VORTICI ci sono tante sfumature di sound quindi scegliere un altro brano per anticipare il disco sarebbe stato un po’ difficile in quanto viaggio unico da fare di fila.
GIOVANE sembra rivolgersi ad un’altra persona come al te stesso del passato, come se fosse una conquista. In che modo queste due situazioni si incrociano?
Giovane è la prima traccia che ho scritto a Milano. Prima del Lockdown. Ma l’ho trovata super coerente con il mio attuale percorso. Racchiude a pieno questa maturità che c’è nel resto del disco. È semplicemente una presa di coscienza del fatto che non è mai troppo tardi per qualsiasi cosa. Per re-imparare ad amare e ad amarsi, per cambiare tutto.
L’unico feat del tuo nuovo album è quello con Rkomi in COSÌ SOLI. La sua estetica ha influenzato anche la produzione di questo brano?
Il brano era già stato scritto, Mirko è arrivato dopo e ha capito perfettamente il mood. Se chiudi gli occhi puoi vedere il film che si crea con le nostre strofe. Ha capito l’atmosfera sognante e ha arricchito il pezzo spaccando come sempre. È stato veramente bello collaborare con lui.
Tra i credits del brano troviamo anche Sneccio, producer sardo con cui hai collaborato spesso. Che rapporto hai con la tua Sardegna ora che ti stai sempre più aprendo ad un contesto nazionale?
Alghero e la Sardegna sono come una mamma. Non puoi vivere a casa tua per sempre. Devi staccarti e fare il tuo percorso, la tua vita. Ogni tanto torni a salutare, magari per le feste. Gli fai qualche chiamata e la ami come sempre.
Il mio rapporto con la mia terra è un rapporto d’amore. Ci litigo spesso ma alla fine resta sempre tua mamma.
Il mood è completamente diverso rispetto a ciò che respiravamo in My Love Lockdown e nei pezzi successivi. Sarà il Sina che vedremo anche in progetti futuri?
Secondo me il mood è un’evoluzione di MY LOVE LOCKDOWN. Ci sono tracce che ricordano sta scrivendo…, altre che ricordano tentacion ecc. È solo un lavoro più maturo, scritto meglio e con più energia rispetto a quell’ep. Nei progetti futuri non so cosa ci sarà, anzi l’unica certezza e costante sarò io. cresciuto e con più vissuto.
INTERVISTA CON DARIO GAREGNANI
Ciao Dario, il video di GIOVANE ha una storyline che viaggia tra la narrazione e il monologo. Da chi è nata e come si è sviluppata l’idea per il video?
Ciao a voi! L’idea nasce da un dialogo tra me e Sina nel mio studio a Milano. Non lo conoscevo di persona e mi piace incontrare e conoscere i cantanti prima di realizzare un loro videoclip perché mi permette di avere un confronto creativo vero e diretto, senza filtri o giri di parole, se una cosa piace o no lo si legge in faccia. Questo processo mi permette di creare qualcosa che non sia solo mio, o suo, ma che sposi al meglio ciò che la canzone vuole trasmettere, perché è il suo brano al centro di tutto.
Quindi ho ascoltato le sue idee per poi lavorarci in modo personale e avere un secondo confronto dove gli ho presentato la mia idea creativa. La sua idea di vortice, nel senso di una vita in continua balia degli eventi, in continua evoluzione e trasformazione, sposava la mia idea di regia in continuo movimento, dentro a delle situazioni che si evolvevano nel bene e nel male, anche all’improvviso, senza motivo, come in un vortice dove vieni sbalzato ovunque senza capirne il vero motivo. Specialmente da giovani, quando si fa fatica a mettere insieme i problemi, si agisce molto di impulso e a volte si fatica a capire le situazioni.
Per le sequenze del monologo di Sina avete scelto un ambiente in cui il bianco domina incontrastato, mentre per le scene narrative le luci sono ridotte all’essenziale. Come mai questo contrasto così forte?
Nel limbo bianco volevo che lui rappresentasse il suo “IO” giovane e forte, sfacciato, la sua coscienza schietta, onesta e pura, come fosse un narratore onnisciente della sua stessa vita. Unico elemento una scala, che vuole rappresentare la vita nei suoi alti e bassi e collegamento al limbo nero, dove invece troviamo la rappresentazione di questi alti e bassi attraverso alcune scene di vita reale: gli abbracci, le carezze, gli sguardi, le lacrime, i sorrisi, il dolore, la gioia, la rabbia e l’amore. E quindi anche le luci, in questo caso, danno forma e carattere all’immagine, oltre che caricare di colore la scena.
Nel suo insieme il video ha un’impostazione molto teatrale grazie alla luce e alle scenografie fisse e riconoscibili. Ti sei ispirato a qualche regista o opera in particolare?
Dogville di Lars Von Trier credo mi abbia aiutato nell’immaginario del mondo teatrale, ma anche i miei ultimi cinque anni di studio di recitazione hanno influito. Joker di Todd Phillips per l’immagine allo specchio di entrambi, il confronto con sé stessi, “chi sono?”. Credo siano tantissime le immagini che mi hanno ispirato ma farei fatica a individuarle con precisione. Succede sempre così: nel momento in cui ascolto un brano nuovo per la prima volta, da solo, cerco di ascoltarlo nel suo insieme, senza dare importanza a nulla in particolare (testo o base), cerco solo di percepire le prime immagini che questo mi evoca, intorno alle quali poi costruirò il mio mondo.
Gli unici movimenti di macchina che si percepiscono sono carrellate a semicerchio che mostrano le varie scene. Come mai questa scelta stilistica?
I semicerchi vanno a ricreare un cerchio continuo, che si velocizza e rallenta, con un ritmo impreciso, come in un vortice, come nella vita e nei suoi eventi, cambiando ciò che vediamo e viviamo nel giro di poco o facendoci restare sospesi, immobili a guardarlo. Per questo nel montaggio ho utilizzato, nelle stesse sequenze, delle rapide velocizzazioni alternate alle immagini rallentate (slowmotion).
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Credits video
Una Produzione Borotalco.tv
Regia, montaggio e color: Dario Garegnani
Executive Producer: Matteo Stefani
DOP: Lorenzo Invernici
Producer: Matilde Composta, Cecilia Terenzoni
1st AD / Producer: Giulia Pacioni
1st AC: Alberto Seghezzi
Capo Elettrico: Lorenzo Massa Saluzzo
Capo Macchinista: Massimiliano Sebastiano Esposito
Aiuto Macchinista: Francesco Mariano Mulas
Scenografia: Amalia Carlotta Valsecchi
Assistente alla scenografia: Stefano Sclabas
Styling: Federica Mazzucchelli
MUA: Caterina Camera
Assistenti di Produzione: Giorgia Lotà, Valentina Confortini
Studio e materiale tecnico: Decibel Studio
Co-protagonista: Greta Dovigi
Grafiche: Giorgio Deponti
Amministrazione: Agnese incurvati, Annamaria Modica
Si ringraziano:
Simone Pizzoccolo, Federico Cirillo, Marras, Levi’s