Cunardo è un paesino di neanche tremila anime in provincia di Varese. E pure lì, tra le verdi valli, è arrivato il rap. Lo ha colto Giada Bossi, originaria di lì, dirigendo il videoclip di No Mercy per Skiro e Tetra, componenti del collettivo 3VR (Tre Valli Records).
Un video rap girato nella provincia più profonda è già di per sé straniante, con degli ovvi contrasti rispetto al classico video street girato fra i palazzoni di una periferia. Contrasti che possono sorprendere, ma che possono anche facilmente sfociare nel comico involontario, se non maneggiati con cura.
E il tipo di cura, di sensibilità, necessarie non mancano all’occhio della regista, che si è immersa in questa scena raccontando con un raro equilibrio di sfrontatezza e delicatezza lo spirito di questa di periferia bucolica. Tralicci che spuntano in mezzo al verde, croci in cima ai monti e ritratti di giovani ragazze si intromettono in un playback di per sé già vivace, giocato alternando la classica sfilata in strada allo studio di registrazione, facendo emergere un immaginario fatto molto concretamente di pompe di benzine e corriere per raggiungere la scuola.
Quella che segue è la nostra intervista alla regista, inframezzata dalle foto del backstage, realizzate da più persone durante i giorni delle riprese, e alcuni estratti dal treatment.
Ciao Giada! Come va? Torni a dirigere un videoclip dopo un bel po’ (se non sbaglio l’ultimo è di oltre un anno fa, con Myss Keta), com’è stato rimettersi a lavorare su questo formato?
Ciao 🙂 Vero! In realtà, forse l’ultimo è stato Ci amavamo, what’s happened di Splendore, a cui sono molto affezionata, comunque un anno fa. Ne ho girato qualcuno in più, purtroppo ancora devono uscire da svariati mesi o svariati anni, quindi capisco perché possa sembrare un ritorno.
Comunque, di videoclip non ne faccio molti in generale: quelli che mi interessano sono sempre low budget, da trattare quindi come progetti personali, dove serve un grande impegno di tempo, risorse ed energie che devo compensare, per campare, con dei lavori “veri”. Questo dei music video, al momento non lo è.
D’altro canto è un momento di esplorazione, di libertà creativa e di entusiasmo, per me, necessari. Arrivavo da una stagione di progetti tanto grandi quanto complessi e tormentati, avevo bisogno di ritornare un attimo con la camera in mano e girare, fuori dalle solite dinamiche. Cosa che condividevo con tutti, Francesca (Pavoni, Dop; ndr) e Victoria (Rabbogliatti, producer; ndr) in primis. E avevo bisogno anche di casa, probabilmente.
Come sei finita a dirigere proprio “No Mercy”? Conoscevi già Skiro, Tetra e i ragazzi della 3VR?
Quest’estate ero a Praga, quando Joshua, uno dei miei fratelli minori, mi ha inviato un video: a Cunardo, mio paesino d’origine nell’alto varesotto, sul palco dove io facevo le recite delle medie, un gruppo di ragazzi stava facendo un concerto rap e una gara di freestyle. Da piccola soffrivo la mancanza di situazioni creative e collettive aperte, nessuno aveva mai fatto niente di simile. Contattati su Instagram e ci siamo incontrati.
Di vista e di nome qualcuno lo conoscevo, magari incrociati in tempi non sospetti di medie ed elementari. Così ho conosciuto i ragazzi di 3VR: Tetra, Skiro, Eiz, Dibe, Taizal e Vigno.
“Volevo raccontare il lato “street” delle nostre zone, che è fatto di cieli plumbei, di animali, di strade provinciali, di pullman blu e di verde ovunque. E raccontare l’estetica zarra che la permea, in tutta bellezza”
Che tipo di shooting è stato? Quanti giorni avete girato e com’era l’atmosfera sul set?
Abbiamo girato due giorni e mezzo, tra qualche imprevisto di croci luminose che non si sono mai accese e acquazzoni torrenziali. È stato uno shooting davvero “no budget”, ma con una carica pazzesca. La crew video vera e propria era piccolina, eravamo in cinque, pochi ma affezionatissimi, la “troupe” come ci ha battezzato Eiz. Ma alla fine eravamo uno squadrone, praticamente abbiamo mobilitato la valle. No Mercy è di Tetra e Skiro, prodotta da Taizal, ma è un po’ di tutti di 3VR, e hanno fatto sentire anche noi parte della family.
Volevamo raccontare di noi, della nostra zona e ho scoperto di condividere con loro tantissimo: grinta, immaginario, ambizione.
Abbiamo coinvolto tutte le nostre conoscenze, da mia mamma che ha fatto dei top custom all’uncinetto, al Comune, a genitori, fratelli, zii, amici, amici di amici. E la risposta è stata immediata e oltre le aspettative. Per queste cose, la provincia è veramente bellissima.
Non so se sei d’accordo, ma questo mi sembra un video diverso rispetto ai tuoi lavori precedenti, con un’impronta street molto più marcata. Anzi, forse è più giusto dire che si tratta di un video street trasformato dal tuo tocco personale, soprattutto nella prima parte. Puoi raccontarci un po’ del tuo processo creativo su questo video? Hai scritto un copione o preparato un trattamento? Quali erano le reference principali e quali, se c’erano, le richieste degli artisti?
“Spietato” è stata la parola d’ordine per tutto. L’idea era proprio di creare un ritratto di tutto il mondo di 3VR, nel suo lato più totale, pazzo, orgoglioso e vero, pronto a tutto. Ho fatto un trattamento con reference, idee ed immagini veramente disparate: sicuramente volevo raccontare il lato “street” delle nostre zone, che è fatto di cieli plumbei, di animali, di strade provinciali, di pullman blu e di verde ovunque. E raccontare l’estetica zarra che la permea, in tutta bellezza.
Una volta condiviso il documento con Tetra e Skiro, il tutto è esploso, in senso positivo. Tutte queste situazioni si sono incrociate ai personaggi dei ragazzi e alla loro vita vera, tanto da far arrivare Skiro (che oltre all’uni lavora come benzinaio), a cavallo al Q8. Ho abbozzato anche qualche storyboard, ma ogni situazione è stata veramente ampliata dalle persone che hanno partecipato: non mi aspettavo di avere delle vere scritte sui pullman, né di avere un quad a una parata su una provinciale appositamente e legalmente chiusa, ne tanto meno di arrivare a mettere un cane su un cavallo.
E per questo non smetterò mai di ringraziare tutte le persone che si sono fatte davvero sbattute per noi, in un coinvolgimento davvero straordinario.
Hai in programma di girare altri video musicali nei prossimi mesi o ti dedicherai ad altro?
Credo che continuerò a fare un po’ di tutto, ho bisogno comunque di un equilibrio, sicuramente economico, ma anche proprio di varietà. Come fare mesi di commerciali e set grandi ti fa rimpiangere i videoclip punk, alla lunga succede anche il contrario. E preferisco assecondare questi desideri, quando arrivano, e non stancarmi né di uno né dell’altro. Mi sto dedicando anche alla scrittura per il cinema e al mondo narrativo, corti e sceneggiature, ma comunque nessuna intenzione di abbandonare tutto il resto.
Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno e così colgo l’occasione per chiederti quali sono stati finora i film, serie e video (includendo di tutto in questa definizione) che più ti hanno colpita negli ultimi tempi?
Non sono forte sulle nuove uscite. Shiva Baby di Emma Seligman, poi ho visto con leggero ritardo Dance Party USA di Aaron Katz, Sweet Sixteen di Ken Loach, L’età inquieta di Bruno Dumont e Tesnota di Kantemir Balagov. Sulle serie: Normal People e The Sinner. I Megaforce hanno appena fatto una campagna per Burberry, “Open Spaces”, incredibile!
Credits video
Diretto da Giada Bossi
DOP Francesca Pavoni
Producer Victoria Rabbogliatti
Ass Prod Giulia Proverbio
Drone/Ass Camera Jeffrey Alex Attoh
Montaggio Filippo Patelli
Colorist Daniel Pallucca
Capelli Tetra Alessandra Pupeschi
Capelli Skiro Eligio @Colpi di Testa Ganna
Con la partecipazione di Matilda, Sharon, Giulia, Rebecca
Cavallo e cani Elena Guerra e Anna Guerra
Falconiere Riccardo Cagliani
Con Dreamsoleador, Cloe, Grunch, Massimino, Esi, Diana
Ringraziamo tutti i ragazzi a sostegno di 3VR
Comune di Cunardo, Paolo Sartorio, Sara Caputo e Pinuccia Mandelli
La Vecchia Cunardo, Roberto Bossi
Autolinee Varesine, Giovanni Crotti
Protezione Civile di Cunardo
Centro Ippico Arione, Gioele De Tora, Fassina Simone
Riccardo Cagliani Valley Ranch, Luciana
Nuova Varese Pellicce
Polizia Locale, Calogero.