Dopo Lacrime Rosse, i Broga’s tornano a collaborare con Erin per il videoclip di Ventilatore rotto. Diretto da Francesco Lorusso, il promo ci porta in una stanza assieme a tre amici (fra cui lo stesso Erin) che, nonostante la sera di bagordi appena trascorsa, sono animati da cattivi pensieri l’uno verso l’altro. Ispirato da serie come The End of the F***ing World e dalle atmosfere dei film pulp, il clip omaggia anche il cinema di Wong Kar Wai e la Nouvelle Vague. Abbiamo colto l’occasione dell’uscita per fare due chiacchiere con il trio formato da Andrea Settembrini, Gabriele Licchelli e il succitato Francesco Lorusso.
Ciao Broga’s! Come state? Ventilatore rotto se non sbaglio è il secondo video che girate per Erin. Come avete conosciuto il cantante e come ha funzionato lo scambio di idee nel momento di realizzare questi due videoclip?
Si esatto è il secondo lavoro che facciamo con Dario e il terzo insieme ai ragazzi del BNKR44. Abbiamo conosciuto i ragazzi del BNKR44 lo scorso autunno. Dopo aver letto un articolo in cui si parlava di questo particolare collettivo, abbiamo iniziato ad ascoltare i loro pezzi su Soundcloud e subito dopo ci siamo fiondati in direct su Instagram e poi a Empoli per fare qualcosa insieme. Così è nata una bellissima collaborazione.
Lo scambio di idee è sempre il punto di partenza, abbiamo parlato tanto con Dario per cercare di capire quale fosse il suo mondo, cosa il video potesse dare in più ai brani. Abbiamo condiviso con lui e i ragazzi del bunker idee, sensazioni, reference, anche al di fuori del progetto, per instaurare una conoscenza. Crediamo che in questo lavoro condividere le reciproche intenzioni e tendenze sia fondamentale.
Da dove nasce l’idea per Ventilatore Rotto?
Avevamo un elemento suggerito dal brano, che era quello del ventilatore rotto, e una sensazione suggerita dall’artista, ovvero il disagio che si prova nello stare in una stanza in cui c’è qualcuno che non vorresti fosse lì. Da questi due elementi è nata l’idea di lavorare sui pensieri intrusivi, ovvero quei pensieri “sbagliati” e violenti che ogni tanto si materializzano nel nostro cervello, un po’ come succede in The End of the F***ing World. A questo ci abbiamo voluto unire un’atmosfera che fosse a metà tra un teen drama e un certo cinema orientale, tra le reference, come hai ben detto, c’era Wong Kar Wai, ma anche Kim Ki-Duk.
La complicità fra i tre attori (uno è lo stesso Erin) è palpabile. Come è stato lavorare con loro?
Zak, Gabriella ed Erin sono stati fantastici. Quasi sempre la ricerca e la scelta dei talent è condivisa con gli artisti con cui lavoriamo e questo ci aiuta a trovare spesso persone che siano anche affini da un punto di vista professionale e caratteriale.
Visto da fuori, anche per la chimica fra gli attori, sembra essere stato un set divertente, ma ci sono anche diverse cose complicate da realizzare. Dal punto di vista produttivo quali sono state le sfide principali?
Dal punto di vista produttivo ogni set è una nuova sfida. Lavoriamo spesso all’organizzazione dei set in maniera autonoma, fa parte del nostro modus operandi. Sul set di Ventilatore Rotto la sfida più grande è stata riuscire a restituire una certa credibilità al sadismo dei flash.
I vostri concept sono sempre firmati Broga’s, a differenza poi dei vari ruoli sul set. Ci potete raccontare come affrontate la fase di scrittura?
Dopo esserci confrontati con l’artista e aver ascoltato un numero indefinito di volte il brano, ci ritroviamo tutti e tre insieme e per un paio di giorni buttiamo fuori idee, che mastichiamo e rimastichiamo, finché non arriviamo a qualcosa che convinca tutti. Ma il nostro è un confronto quotidiano e onnivoro, nella chat in comune si passa dai quadri di Beksinski agli articoli sui sessatori di pulcini, mettendoci in mezzo Kusturica e materiali di archivi. Tutto questo in qualche modo fa parte del processo creativo.
Come vi siete conosciuti fra di voi e come siete finiti a fare videoclip insieme?
Ci conosciamo dall’infanzia, siamo nati e cresciuti sulla stessa stradina di un piccolo paese nell’estremo sud della Puglia, Arigliano, vicino Santa Maria di Leuca. Abbiamo iniziato a giocare da adolescenti con una minidv e da lì non abbiamo più smesso. Sembra l’inizio di un film della Disney, ma è tutto vero.
Quali sono i vostri progetti futuri, sia quelli imminenti che i piani a lungo termine?
Il nostro obbiettivo principale è cercare di fare sempre meglio, ricercare per continuare a ricercare, crediamo che il videoclip sia uno strumento di comunicazione e di sperimentazione potentissimo, e non riusciamo a rassegnarci al fatto che debba essere qualcosa di preconfezionato.
Con Broga’s l’idea è quella di un collettivo vero e proprio, oltre a noi tre, abbiamo dei collaboratori con cui stiamo costruendo da un paio d’anni un percorso, una visione comune. Pensiamo ad esempio Giuseppe Orlando, VFX e 3D Artist, la persona che spesso ci aiuta a fare le magie; o Silvia Dongiovanni, stylist; Luca Pescaglini, il nostro gaffer. Non si tratta semplicemente di un rapporto professionale, ma anche con loro c’è uno scambio continuo di idee, sia da un punto di vista tecnico che artistico.
Nel lungo, lunghissimo, termine l’obbiettivo è il cinema, ma questo fa parte della nostra vita parallela.