Tornano sulle scene i Fast Animals Slow Kids e lo fanno con Come un animale, brano il cui testo è stato scritto assieme a Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, e che parla del momento in cui, sormontati dallo stress e dalle pressioni sociali, esplodiamo e la ragione fa spazio al nostro lato animale.
Il singolo è accompagnato da un promo diretto dai Trilathera, duo formato da Daniele Tofani e Yuri Santurri, musicisti (insieme hanno dato vita a numerose band tra cui Hopes Die Last e Alphawolves) e registi fra i più apprezzati in Italia, capaci di spaziare tra generi musicali anche molto distanti tra loro.
In questa occasione, hanno immaginato una storia drammatica ma con un personaggio in apparenza infantile, ovvero un lupacchiotto peluche gigante. Ma non finisce qui: il protagonista è anche un testimonial televisivo di successo e vanta un film nelle sale, ma nasconde un problema con l’alcol e una profonda crisi esistenziale. Delle premesse niente male, insomma, motivo per cui abbiamo pensato bene di contattare i due registi e farli qualche domanda.
Ciao ragazzi, come va? Pochi giorni fa è uscito il vostro ultimo lavoro, il videoclip di Come un animale per i Fast Animals and Slow Kids. Siete contenti di come è stato accolto dalla band e dagli spettatori?
Ciao! Per pro forma si risponde “tutto bene”, no? Si, è uscito il videoclip di Come un animale, un lavoro a cui teniamo molto per vari motivi, ma per cui non ci aspettavamo tanto “affetto”. I Fask e Woodworm sono rimasti entusiasti, non sapendo davvero cosa aspettarsi dallo script delirante che hanno avuto e avendoci messo nella condizione di lavorare molto indipendenti e liberi, che è frutto di una stima professionale e artistica molto bella.
Com’è nata questa collaborazione con i FASK e come vi è venuta in mente questa storia?
Abbiamo conosciuto i FASK circa due anni fa, per il videoclip di Radio Radio e ci siamo voluti bene da subito (noi eravamo e tuttora siamo dei fan!). Abbiamo un background molto simile, musicalmente e artisticamente, e sono stupendi esseri umani. Inoltre ci piace sempre, suonando anche noi e stando sempre in tour (fino a un anno fa, almeno), collaborare con band che hanno una attitude vicina alla nostra. La comprendiamo, riconosciamo ed abbracciamo sempre!
L’idea del videoclip di Come un animale è stata divertente e stimolante da mettere su. Volevamo realizzare qualcosa nella maniera più “artigianale” possibile, molto distanti dalle varie leggi produttive, prendendoci il nostro tempo per costruirlo davvero a mani nude. Da lì l’idea della mascotte, del pupazzo, che però non ha una persona dentro, è così davvero. E’ un peluche cresciuto che, come tutti, combatte e strazia sé stesso per trovare chi sia davvero, sotto le maschere.
Il testo di Aimo e le lunghe conversazioni notturne a riguardo ci hanno dato sicuramente le basi per quest’idea, che poi in fin dei conti è autobiografica quanto universale.
Avete girato con una troupe leggerissima (giusto?), in pratica quasi da soli. Come vi siete divisi i ruoli fra voi due?
Si, esatto! Avevamo proprio l’intenzione di provare qualcosa di nuovo. Abbiamo escluso la figura dell’attore, così come quello dei reparti. Abbiamo girato vari giorni, spesso a due passi da casa, costruendo props e set da soli, noi due con un paio di assistenti amici, come degli studenti di cinema.
Seguiamo ogni fase della preparazione e del set totalmente insieme, oltre alla regia, dalla scenografia alla fotografia, dai costumi alla logistica. Le uniche fasi più o meno distinte sono quelle della scrittura (Yuri) e del montaggio (Daniele).
Musicalmente spaziate molto fra i generi, dal mainstream all’indie. Quale prediligete e perchè? Qual è stato secondo voi il vostro miglior videoclip fino ad ora?
Abbiamo lavorato con artisti di natura, generi e volontà artistiche totalmente diversi tra loro, cercando sempre di lasciare una “firma” nostra anche nella commissioni più commerciali. L’abbiamo sempre vista e continuiamo a vederla come una palestra, con molta umiltà e sacrificio.
Lavorare nel mainstream ci ha fatto crescere e maturare professionalmente anno dopo anno, nell’indie invece troviamo spesso terreno fertile per le storie che vogliamo realizzare. Ci piace molto la libertà creativa e artigianale, quanto amiamo il set e lavorare in squadra su grandi produzioni. Il sogno, ovviamente, è la congiunzione delle due cose.
La domanda sul videoclip migliore è difficilissima, perchè abbiamo un problema molto classico: adoriamo quello che facciamo, finchè non l’abbiamo fatto, poi lo odiamo e ci ripugna. Per il dualismo mainstream/indie ti diremmo La Cura del Tempo per i Negramaro e Come se provassi amore per The Zen Circus, o Hollywood Pompei per i Manitoba, ma domani cambieremmo idea sicuramente…
Che produzioni avete in ballo nei prossimi mesi (videoclip e non) e quali progetti/sogni coltivate nel medio lungo periodo?
Stiamo iniziando a buttare giù i prossimi progetti videoclip dei mesi a seguire, ma vorremmo davvero dedicarci a qualcosa di più personale da quest’anno. Abbiamo delle “voglie” artistiche che difficilmente sarebbero realizzabili su una commissione, quindi vorremmo iniziare a scrivere e creare qualcosa di più autorale senza porci limiti creativi/commerciali. Ovviamente il sogno a lungo termine è quello del cinema, amiamo le storie, la narrativa. Inoltre ci piacerebbe, per una volta, scegliere noi la musica alle nostre immagini!
Credits
Diretto da Trilathera
Coordinatore di produzione: Simone Rossi
Assistente: Luca Fiorini