Di Kyle Trash abbiamo parlato solo qualche giorno fa con il suo lavoro di ibridazione tra documentario e video performance – si trattava di Every Time I Die – Map Change. E se lì i personaggi e le situazioni si accumulavano per creare il ritratto aperto di una comunità, anche per i Sorority Noise Trash lavora per accumulo.
Molte situazioni narrative, anche diversissime fra loro, si avvicendano durante il montaggio, quasi fossero scaglie di altri video, idee visive su cui si potrebbe lavorare anche per quattro-cinque minuti. A raccordare il tutto, una sezione performance piuttosto suggestiva, dove la band suona circondata da misteriose figure coperte da un telo semitrasparente (i diversi personaggi della clip?).
«This is grief», ovvero questo è il lutto, così Trash descrive il suo video nel suo canale Vimeo. Come emerge da una lunga intervista rilasciata dal frontman Cameron Boucher a Stereogum:, l’album è incentrato sui temi della perdita, della depressione, del rimpianto e, appunto, del lutto. Nel corso dell’intervista, Boucher racconta anche come è nato il brano in questione:
Era tornato dalle mie parti e mi trovavo a casa di un amico e mi sono detto, tipo, adesso vado a casa. Ero nel quartire di Sean (uno dei migliori amici del cantante, ndr), ma Sean era morto già da quasi un anno, ma me lo ero come dimenticato. E così mi son detto guido fino a casa di Sean così passo a salutarlo. E così ho guidato fino a casa sua e quando mi sono fermato davanti, mi sono ricordato che Sean non c’è più. Il ritornello e in generale la canzone parla di questo fatto…credo di aver scritto il 90% delle lyrics seduto lì nella mia auto