Da dove cominciare? Difficile racchiudere in poche righe la complessità del nuovo video di Lady Gaga, 911, diretto da Tarsem Singh, il che di per sé è già una garanzia di qualità e scenari mozzafiato (e di sconfinato budget).
Per capire (in parte!) la ricca simbologia utilizzata nel video, bisogna vederlo fino alla fine e poi ricominciare dall’inizio, più volte. Innanzitutto, il principale riferimento è a un film del 1968, Il colore del melograno, del regista armeno Sergej Paradžanov, il cui poster è possibile intravedere nella sequenza finale.
Durante la prima parte, lo stretto legame è ad esempio evidente nell’immagine del melograno stesso, nell’apparizione di divinità varie o di loro segni (una figura che ricorda la Santa Muerte, sacerdoti, angeli, pietà), nella presenza di oggetti (arti in metallo, ricche cornici/frame), nella posizione e nei movimenti di alcuni personaggi, nella fastosità dei costumi.
Ogni elemento presente nell’inquadratura del video, oltre a riferirsi quindi al film ispirato al poeta armeno Sayat-Nova, si riferisce anche all’epilogo del video stesso. Infatti, tutto ciò che vediamo accadere (spoiler alert!) sta in realtà accadendo in una realtà parallela e in-cosciente, in una dimensione diversa (e meno abbagliante) in cui tutto ha un altro ruolo.
Inoltre, come avviene nella produzione di ogni video di Lady Gaga, ogni scena è composta a partire da elementi e costumi (tantissimi sono i designer, conosciuti o meno, coinvolti nella realizzazione degli abiti, degli accessori e degli oggetti di scena) che impreziosiscono l’immagine per una creatività esuberante. Appena ai limiti dell’eccesso!