Eccolo qui il primo videoclip realizzato con Sora AI, il modello di intelligenza artificiale generativa text-to-video sviluppato da OpenAI che, annunciato al pubblico a metà febbraio, aveva profondamente scosso il mondo dell’industria audiovisiva. I prompt sono di Paul Trillo, uno dei primi creator chiamati a collaborare da Open AI, la musica di Washed Out. The Hardest Part racconta di un amore perduto, così il video si presenta come uno zoom infinito attraverso i momenti salienti della vita di una coppia: di decennio in decennio passiamo dall’incontro sullo scuolabus al ballo del liceo, dai primi appuntamenti al matrimonio e alla nascita di un figlio fino (forse) alla morte del protagonista maschile.
Così l’autore Paul Trillo:
Ho avuto l’idea per questo video 10 anni fa, con uno zoom infinito della vita di una coppia nel corso di molti decenni, ma non ho mai provato a realizzarlo perché pensavo che sarebbe stato troppo ambizioso per un video musicale. Sebbene la tecnologia sia sperimentale e all’avanguardia, volevo fare qualcosa che assomigliasse anche a un video musicale classico, in grado di catturare l’attenzione indipendentemente dalla tecnologia utilizzata nel processo.
Mi interessava in particolare capire cosa rende Sora così unico. Offre qualcosa che non può essere girato con una macchina da presa, né essere animato in 3D, ma qualcosa che può esistere solo con questa specifica tecnologia. Gli aspetti surreali e allucinatori dell’IA permettono di esplorare e scoprire nuove idee che non avremmo mai sognato.Usare l’IA per ricreare semplicemente la realtà è noioso. Non mi interessava catturare il realismo, ma qualcosa che sembrasse iperreale. La fusione e l’unione fluida di scene diverse sembra più simile al modo in cui ci muoviamo nei sogni e alla nebulosità dei ricordi. Mentre alcuni pensano che questo possa soppiantare il modo in cui le cose vengono realizzate, io lo vedo come un’integrazione di idee che non avrebbero mai potuto essere realizzate altrimenti. Molti artisti di questo settore sono costantemente impegnati a fare compromessi e a negoziare le loro idee con la realtà di ciò che può essere realizzato.
Questo lavoro offre un’assaggio di un futuro in cui agli artisti musicali sarà data l’opportunità di sognare più in grande. Un’eccessiva dipendenza da questa tecnica potrebbe diventare una trappola ed è importante non usarla come un nuovo standard di creazione, ma come una risorsa in più fra quelle a nostra disposizione.
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Sui social impazza il dibattito. Apocalittici e integrati dell’IA si dividono tra chi parla di spazzatura tech senz’anima e chi grida alla vertigine di nuova Era. E voi, da che parte state?