Bjork è tornata. Il 30 settembre esce il suo nuovo album, Fossora. Ispirato in parte dalla morte della madre e scritto durante la pandemia di Covid-19 nella natia Islanda, il nuovo lavoro incorpora folk locale, clarinetti e micologia, preferibilmente interessata all’aspetto psichedelico, incentrandosi sui «temi della sopravvivenza, della morte e della meditazione ecologica».
Ad anticipare la pubblicazione del decimo album in studio della cantautrice islandese, sono stati pubblicati tre singoli e altrettanti videoclip. Il primo Atopos, diretto da Viðar Logi, è un performance video lisergico, un vero di trionfo di production design e funghetti, quasi un aggiornamento ambientalista di Alice nel Paese delle meraviglie. Successivamente è uscito Ovule. Questo lavoro diretto da Nick Knight presenta un playback più contenuto, ricco di interventi digitali, decisamente meno “organico” rispetto al video di lancio.
Più recente, invece, l’uscita di Ancestress, brano dedicato alla madre, una sorta di anti-funerale in musica. Il videoclip, questa volta affidato al collaboratore di lunga data Andrew Thomas Huang, è un rito di commiato pagano, un “matrimort” come lo definisce nelle lyrics la stessa Bjork, qui alla testa di una processione di musicisti e spiriti danzanti in una verdissima valle islandese.