Fotoromanzi – Il classico senza classicismo, una rubrica di Alberto Beltrame
L’ultima settimana del maggio 2022 sarà ricordata da Roma per molto tempo. Non uno ma ben due eventi straordinari: la prima coppa internazionale nella storia della Roma calcio e, sopratutto, la prima edizione dei Videoclip Italia Awards.
Il giorno della celebrazione del videoclip all’italiana, tra appassionati e addetti ai lavori. Il mestiere, l’immensa cultura tecnica e artistica di chi sta dietro la macchina presa. Il giorno della celebrazione del culto del formato ridotto, concentrati d’immagini ed esperimenti visivi, creazioni e sogni sotto forma di musica. Una celebrazione che mai come nella serata del 29 maggio ha visto così tanta gente riunita assieme, atto fondamentale dell’essere, dell’esistere come industria e come arte: Music Videos Are Not Dead. Yet.
E poi Roma. Quella Roma che, in ambito musicale, nessuno ha saputo raccontare più di Antonello Venditti. Un pianoforte bianco in movimento, il Colosseo e tutto l’amore del mondo. Non ci poteva essere occasione migliore per ricordare questo incredibile videoclip: Grazie Roma.
Nell’immaginario italiano, di una cultura fatta di riferimenti semplici e visivi, quel pianoforte e quel cappello di paglia appoggiatoci sopra non potevano che diventare un cult. Nell’immaginario, quel Venditti che più romano non si può, quell’Inno a una città che più appassionato non si è mai sentito e ovviamente quel Guzzanti a farne una delle sue migliori imitazioni in assoluto.
Roma. Perché la prima edizione dei Videoclip Italia Awards non si è svolta a Milano o Torino. Non eravamo nemmeno a Firenze, sede di ben altre riviste che si occupano di videoclip in generale e di noi di Videoclip Italia in particolare. Invece Roma. La Roma a cui diceva addio Remo Remotti e la Roma eterna dei tanti modi di dire, tutti confermati ovviamente da noi: vedi Roma e poi muori, (Videoclip Italia Awards a) Roma non fu fatta in un giorno, Roma est toujours Roma, tutte le strade portano (al MONK) di Roma.
Tra tante città, tra “centocittà” nelle quale potevano svolgersi i nostri Awards, è stata scelta Roma. La capitale d’Italia che diventa capitale anche del Videoclip italiano. Perché a Roma c’erano tutti, e chi non ha potuto esserci ha voluto lasciarci un video-messaggio, come per esempio (il gatto di) Zavvo Nicolosi. Una sala stracolma di gente, il meglio del meglio dell’industria videomusicale riunito per premiare, festeggiare e farsi anche una bella sauna in una straordinaria notte romana. Il sudore della passione e del duro lavoro. Lacrime e sangue anche no, però un po’ di sudore non fa mai male.
E poi l’aperitivo. L’aperitivo romano: prima e dopo la cerimonia. E pure durante, con qualche vincitore che orgogliosamente ha ritirato il proprio premio con uno spritz in mano. Notti romane di una dolce vita che se ne va accompagnata dalla lieve brezza dei festeggiamenti. Lieve brezza e qualche grida di gioia: gli scatenati e pluripremiati Trilathera, il contenuto nei modi ma non (per fortuna) nello stile Tommaso Ottomano, l’onnipresenza di Borotalco e il giusto riconoscimento per il grande lavoro svolto da Matteo Stefani e i suoi collaboratori.
“Noi stiamo bene tra noi, e ci fidiamo di noi.” Proprio come Venditti si fida da tempo di sua maestà Stefano Salvati, la cui collaborazione inizia con questo videoclip sulle note di In questo mondo di ladri. Collaborazione che darà alla luce tanti video nel corso di quasi trent’anni (In questo mondo di ladri è del 1989, l’ultimo sin ora è il video di Notte prima degli esami del 2017), facendo anche en passant esordire davanti alla macchina da presa una giovanissima Angelina Jolie.
Il videoclip è l’arte di trasformare in immagini la musica. E rendere il tutto iconico, a volte mitico. Per questo non si può mai scindere il lavoro del promo da quello dei musicisti, la realizzazione audiovisiva in senso stretto dalla produzione, l’intrinseca dose di coraggio e creatività dalla cultura tecnica che serve per poterlo rendere possibile. I prodotti migliori nascono da una certa dose di coinvolgimento ed empatia tra le parti. Videoclip Italia Awards è stato anche questo: l’empatia tra soggetti, l’oggetto che nasce dalla passione di tanti.
Per questo la serata del 29 maggio 2022 è stata prima di tutto una festa. Tutti sono stati vincitori: i premiati e i non premiati, i presenti e chi a distanza ha voluto mandarci dei ringraziamenti, i sognatori e chi come Nicola e Alessio hanno reso possibile tutto questo. Ma anche i Maneskin che, come ricordato da Luca Vecchi durante la serata, non sono riusciti a vincere malgrado le tante nomination: negli ultimi tre anni siamo il solo premio che non sono ancora riusciti a mettere in bacheca (avranno più fortuna nei prossimi anni).
Allora Pasolini. Pasolini che con tutto questo non c’entra nulla. Ma come si può scrivere un articolo su Roma senza citarlo? Quella Roma di Pasolini, “dei ruderi, delle chiese, delle pale d’altare”, quel’essere “forza del passato” e allo stesso tempo “più moderno di ogni moderno”. E poi Orson Welles: come si fa a scrivere un articolo sulla bellezza dell’immagine senza citare Orson Welles? Probabilmente è possibile, ma non in questa rubrica.
E in questo modo ce ne andiamo da Roma. Il tramonto sulla città eterna di un Premio che vedrà presto l’alba di una nuova edizione. Perché ci stiamo già lavorando e sarà ancora più ricco e interessante. Già tante le nuove idee, le proposte di collaborazione e tanto l’entusiasmo per realizzare qualcosa che possa durare nel tempo, paradigma e referenza per il mondo del videoclip italiano, un mondo che ne aveva bisogno e che se lo meritava. Bisognerà probabilmente lavorare molto sul merchandising, ma abbiamo già chiesto a Luca Vecchi qualche dritta a riguardo. Arrivederci, Roma !