Contenuto publiredazionale – Camera Service Factory e Hybrid Studio sono main sponsor della prima edizione dei Videoclip Italia Awards. Intervistiamo Giuseppe Ruggeri, Chairman of the Board di Camera Service Factory
La filiera dell’audiovisivo passa indispensabilmente attraverso le imprese che operano nel settore del rental e i teatri di posa. Le prime mettono a disposizione delle produzioni i materiali per poter girare – macchine da presa, ottiche, luci ecc. -, mentre è nei secondi che avviene la magia che porta nelle nostre case video, serie tv e film. Non ci siamo quindi fatti sfuggire l’opportunità di conoscere meglio Giuseppe Ruggeri, chairman of the board di Camera Service Factory, che fin da subito ci ha trasmesso la sua grande passione per il mondo della produzione.
Passione testimoniata anche dal sostegno che le due aziende hanno deciso di dare alla prima edizione dei Videoclip Italia Awards: «noi non ci siamo tirati mai indietro davanti alle sfide importanti e la decisione di partecipare come sponsor ai Videoclip Italia Awards lo dimostra», spiega Ruggeri, «la nostra filosofia aziendale è proprio quella della sfida e del mettersi continuamente alla prova; tutto questo ci ha spinto e ci ha forgiato un carattere che ci consente di affrontare con coraggio ogni avvenire».
Ruggeri, classe ’80, originario di Avezzano in Abruzzo, si è formato presso l’Istituto per la Cinematografia e la Televisione ‘R.Rossellini’ di Roma, muovendo i primi passi sui set già all’età di diciassette anni. La sua carriera passa per l’esperienza in RAI come operatore di ripresa – «una grande maestra di vita e rimarrà l’esperienza più bella e formativa che abbia mai potuto fare» – per arrivare all’imprenditoria, dedicandosi all’attività di noleggio di materiali per il mondo del cinema, della televisione e della comunicazione fino al recente lancio di Hybrid Studio.
Quando è cominciata l’avventura di Camera Service Factory?
Il nostro inizio ci vide protagonisti come Camera Service Group Apulia. L’idea è arrivata a me circa sette o otto anni fa quando mi sono presentato fisicamente nell’attuale sede della Camera Service, società che – ad oggi – vanta di essere centro autorizzato Canon per quanto riguarda le riparazioni e la vendita di macchine fotografiche.
Come dicevo, sette anni fa mi sono presentato ed ho capito che quel piccolo negozio poteva sviluppare business anche nel settore del noleggio, perché esso comprende sia la parte commerciale sia quella dei materiali ma soprattutto, cosa più importante, può arrivare a garantire un’assistenza valida e funzionale impegnata nel rendere i materiali efficienti. Tutto questo ha rappresentato per me una visione nella quale ho creduto fermamente e convintamente l’ho perseguita.
Quando, invece, hai cominciato a lavorare nel settore audiovisivo? Raccontaci un po’ il tuo percorso
Io ho iniziato a diciassette anni (oggi ne ho quarantatre). Ho mosso i primi passi in questo settore tornando solo successivamente in quello televisivo approfittando, così, di crescere anche sotto il punto di vista imprenditoriale. La cosa che mi ha sostenuto è stato principalmente lo studio. Io ho frequentato un istituto professionale che mi ha aiutato molto e mi ha dato le basi per intraprendere il percorso che effettivamente poi ho fatto. Coltivare il DNA imprenditoriale apportando la mia esperienza nel settore che amo di più: quello cine-televisivo!
Quali sono state le esperienze più importanti per la tua carriera e la tua crescita professionale?
L’esperienza più importante della mia carriera è coincisa con la fortuna di essere passato per il cinema “di una volta”, nel cinema delle maestranze più dure appartenenti alla vecchia generazione. Questo ha avuto il ruolo di formare una parte decisamente importante del mio carattere. Oltre a ciò, devo una parte importante della mia formazione alla RAI. Sono stati 15 anni bellissimi durante i quali mi sono potuto confrontare e ho potuto crescere in una delle televisioni più importanti che abbiamo nel panorama europeo. Lì ho imparato tante cose sia a livello tecnico che a livello produttivo, anticipando e precorrendo i tempi moderni che sono quelli della digitalizzazione. Oggi è ormai tutto digitalizzato; la mia amata pellicola si usa ormai raramente. C’è da riconoscere che il fatto di arrivare dalla tv (e che tv!) mi ha consentito di restare al passo coi tempi di oggi, frenetici e futuristici!
«Oggi, più di ieri, è fondamentale avere idee originali e chiare tanto da poter scegliere la strada migliore per perseguirle. Ma per avere idee è necessario studiare. Se volete riuscire in questo settore: studiate, studiate e ancora studiate!»
Puoi raccontarci della tua esperienza con chi lavora nell’ambito dei videoclip musicali?
L’esperienza di lavorare nel mondo dei videoclip musicali di oggi non è più quella di una volta. Nel senso che fino a qualche anno fa si investivano molti più soldi di quanto non si faccia adesso. Questo mette in difficoltà chi – come noi – vuole garantire ancora il massimo delle prestazioni. I budget si sono ridotti anche per i grandi artisti e le richieste sono comunque rimaste molto pretenziose; ciò genera la difficoltà – affatto facile da colmare – di conciliare il basso investimento con l’alta qualità del prodotto finale con la ricaduta che ciò comporta per tutto il settore.
La mia azienda si trova nella condizione di dover risolvere queste problematiche che si riversano sia a livello produttivo che a livello di materiali. Spesso il nostro settore è stato considerato l’ultima ruota del carro dell’intera filiera; capite da soli che questo non può più essere! Ridimensionare gli investimenti sul nostro settore significa inficiare la qualità del prodotto finale; le case discografiche devono investire di più ed avere più accortezza e ponderazione nelle scelte economiche.
Quali sono i tuoi videoclip preferiti in generale? E quali fra quelli a cui avete partecipato come service?
Il mio videoclip preferito è quello di Harry Styles nel brano Falling, un videoclip tecnicamente ineccepibile! Per quanto riguarda la partecipazione come service non so dirti con esattezza: vantiamo un ventaglio talmente ampio che non saprei da dove iniziare.
Il progetto Hybrid Studio invece è piuttosto recente. Com’è nato questo nuovo progetto?
Hybrid Studio è nato dall’esigenza e dalla voglia di concludere un percorso e, quindi, di aumentare il livello di competitività. Voler dare al mercato nazionale ed internazionale uno stage sul modello di quello europeo. Oltre allo “Stage 1” abbiamo subito pensato di creare un secondo ambiente “Stage 2” e quindi di offrire alle produzioni con l’esigenza di girare in un teatro di posa la possibilità di avere dei pacchetti completi.
Si tratta di teatri dotati di attrezzatura scenografica (grazie alla partnership che abbiamo con L.T. COSTRUZIONI di Giacomo Celentano che per noi ha costruito, tra l’altro, anche il limbo di cui disponiamo all’interno dello Stage 1). Abbiamo poi compiuto un passo verso il futuro con la predisposizione del virtual set (con Studio Kowalsky creative engineering) per i clienti che abbiano esigenza di girare grazie agli ausili dell’AR (realtà aumentata) e dell’MR (realtà mista).
Cosa unisce queste due attività?
Le unisce la volontà dei soci di soddisfare maggiormente i propri clienti offrendo un riferimento unico e completo su cui poter contare. Ciò esclude la necessità di andare in giro alla ricerca di servizi con la conseguente possibilità di concentrare le energie in un unico ambiente. Hybrid Studio e Camera Service Factory hanno la caratteristica di appoggiarsi l’uno all’altro e di completarsi vicendevolmente. È doveroso, in ultimo, da parte mia, precisare che Hybrid Studio è aperto a tutti! Qualsiasi produzione che lavori con il proprio fornitore e il proprio rental è il benvenuto: lo studio è un open gate!
Sei un imprenditore che ha fatto strada e che ha iniziato il viaggio da molto lontano; se ti chiedessimo chi è stato (se c’è stato) il tuo maestro? Chi ha ispirato la tua attività imprenditoriale?
Di maestro io ne ho avuto uno soltanto: mio nonno Giuseppe! Devo a lui, tramite i racconti di mio padre, l’uomo che sono diventato e soprattutto devo a lui tutta la forza che ho trovato per realizzare il sogno di diventare un imprenditore di successo sebbene io, purtroppo, non l’ho mai conosciuto di persona. Sin da quando ero bambino (ma ancora oggi) i racconti di mio padre e di mia zia Augusta mi hanno impressionato. Ho l’evocazione di immagini di mio nonno come il supereroe che ogni bambino ha in mente quando deve compiere qualcosa per cui serva il coraggio. Ebbene, ho avuto molti momenti cruciali in cui ho dovuto fare delle scelte importanti che poi si sono rivelate quasi sempre giuste, scelte che ho compiuto tenendo a mente quella figura di riferimento che mi ha permesso di diventare l’imprenditore che sono oggi.
Che consigli ti senti di dare a chi si affaccia al mondo dell’audiovisivo?
Di crederci come ci ho creduto io! Perché soltanto credendoci si riescono a perseguire i sogni e gli obiettivi. Le difficoltà sono molte perché viviamo tempi difficili, con condizioni che mutano di anno in anno in questo settore. È determinante anche il fattore inversamente proporzionale: eguali pretese ma con meno risorse. Oggi, più di ieri, è fondamentale avere idee originali e chiare al fine di poter scegliere la strada migliore per perseguirle. Ma per avere idee è necessario studiare. Se volete riuscire in questo settore: studiate, studiate e ancora studiate!