Ditonellapiaga, Rettore – Chimica (Riccardo Salvi)
Riccardo Salvi raduna persone di ogni età ed colore della pelle per una grande festa erotica sulle note di Ditonellapiaga e di una effervescente Rettore. Non importa che fisico hai o quanto sei vestito bene, il divertimento e l’erotismo più intimo sono solo questione di chimica. (RC)
Sangiovanni – Farfalle (Late Milk)
Sangiovanni torna a collaborare con Late Milk dopo la parentesi con Attilio Cusani. Farfalle è un video pieno di farfalle, ovviamente, e di computer grafica, ovviamente, stiamo parlando di Late Milk eh. È però meno tamarro del solito (e un po’ ci dispiace a dire il vero!), gli effetti speciali sono sì ipertrofici, ma non così gratuiti, e i temi – sia visivi, sia di concetto – del video sono sviluppati piuttosto bene. (AR)
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Giusy Ferreri – Miele (Fabrizio Conte)
Prima di vedere il video, avevo già trovato dei commenti online che parlavano di plagio di Sugar Water, uno dei capolavori di Michel Gondry. E in effetti Fabrizio Conte non ce la racconta giusta, prelevando l’idea di peso dal video delle Cibo Matto, con gli split screen incrociati. Ma non parlerei di plagio, non tanto per le differenze (così uno può sempre giocarsi la carta dell’omaggio, della citazione anche se sarebbe meglio metterla nei credits, sia sulla descrizione YouTube che sui titoli di coda e qui non ce n’è traccia: costava tanto farlo?), ma perché sarebbe lesa maestà al grande regista francese, dato che questa è tuttalpiù una versione laccata e sciatta, priva delle magie tecniche che ci fanno sbalordire ad ogni visione, dell’originale.
Sulla questione delle scopiazzature, delle “ispirazioni” o, come direbbe qualcuno, dei “plagi” o dei “crimini creativi”, nel videoclip italiano bisognerebbe aprire un capitolo a parte. È una pratica talmente diffusa da rasentare la tendenza; una tendenza endemica, che attraversa le decadi, le case di produzione, i registi – che poi magari finiscono pure per copiare la copia della copia. È il risultato della noncuranza delle discografiche, dell’ignoranza degli artisti che commissionano i lavori e di chi in generale supervisiona le creatività, ma deve essere anche il frutto di un lavoro precario, sottopagato e dai ritmi non sostenibili. È, fondamentalmente, una cosa triste. (AR)
Highsnob & Hu – Abbi cura di te (Michele Rossetti, Mattia Chicco)
Io ancora non capisco cosa dicono questi due quando cantano. Comunque, il video offre un buon servizio al brano: lui con le luci blu, lei con le luci rosse, preparano il loro cavaliere alla battaglia, che si risolve però con un abbraccio che simbolizza l’accettazione della fine di una storia. (AR)
Aka 7even – Perfetta così (Peter Marvu)
Le intemperie dell’adolescenza, le incomprensioni e la sensazione di non essere abbastanza: Aka 7even affronta un argomento mai scontato destinato a presentarsi ciclicamente. Una situazione naturale ma angosciante che ingabbia la protagonista, capace di distruggere le sue paure con la danza, estraniandosi dalla realtà che non sopporta più. (RC)