È tempo di annunci per uno dei nostri festival preferiti. Stiamo parlando naturalmente del Seeyousound, primo festival di cinema (e non solo) interamente dedicato al mondo della musica, che il prossimo febbraio giungerà all’ottava edizione. Dopo due anni travagliati, tra un’edizione interrotta di fatto al principio e un’altra costretta online per i motivi che tutti sappiamo, l’evento torna finalmente in presenza dal 18 al 24 febbraio presso il Cinema Massimo di Torino.
Vi anticipiamo in esclusiva il programma dedicato ai videoclip musicali, ovvero la sezione Soundies, che da qualche anno a questa parte seleziona e rilancia con particolare attenzione il meglio della videomusica internazionale. Quest’anno la curatela della sezione è passata dalle mani del vicedirettore del festival Alessandro Battaglini ad Alessandro Maccarrone, che negli ultimi anni aveva collaborato al programma in veste di coordinatore di ricerca. Un passaggio di testimone caratterizzato dunque dalla continuità, con una decisa coesione in termini di stile e tematiche affrontate con rispetto agli anni passati.
SOUNDIES
Ones – Blessings (Seb Tabe)
Gibkiy Chaplin – Fauteuil lit (Maksym Kotskyi)
BADBADNOTGOOD – Signal From The Noise (Duncan Loudon)
Ross From Friends – The Daisy (Rudà Santos)
Delaurentis – Unica’s Cloud (AB/CD/CD)
Blake Mills – Money Is The One True God (Lachlan Turczan)
Squid feat. Skye Murphy – Narrator (Felix Geen)
Steve Barakatt – Néoréalité (Francis Bordeleau)
Ilia Mazo – Servant of Spring (Anna Koshka Neon)
Ash Koosha – Incomplete (Dalena Tran)
Simon Leoza – La Nuée (Vincent René-Lortie)
Fuel Fandango feat. María José Llergo – Mi huella (Alex Gargot)
Maria Peszek feat. Oskar83 – Barbarka (Grajper)
Ziak – Akimbo (Bleu Desert)
Zemfira – Austin (Alexey Krupnik)
Lezón & Limousin – Ana y el Drago (Angel Pastrana)
Black midi – John L (Nina McNeely)
Desirée Dawson – Meet You At The Light (Alexander Farah)
Patrick Watson – Can’t Stop Staring At The Sun (Jacob Jonas)
M83 – My Tears Are Becoming A Sea (Sacha Barbin, Ryan Doubiago)
Maccarrone e i suoi colleghi Marika Palumbo (alcuni dei nostri lettori la ricorderanno fra le nostre firme) e Fabio Giavara (regista, co-autore del visual loop album Persona di Marracash) hanno selezionato venti lavori eccentrici, che eppure ci sembrano riassumere piuttosto fedelmente tendenze e prospettive del videoclip contemporaneo, offrendo senza dubbio un buon compendio del modo in cui musicisti e artisti oggi cercano di raccontare le assurdità, le crisi, le contraddizioni e i conflitti del nostro mondo attraverso questo mezzo artistico.
Il pregio del lavoro dei selezionatori è sicuramente quello di riuscire ogni anno ad offrire agli spettatori un corpo di venti videoclip molto stimolanti, di indubbia raffinatezza tecnica e freschezza espressiva, tenendosi ben lontani dalla cornice pop e glam con cui spesso si identifica il videoclip. Inoltre, l’attentissima ricerca dei selezionatori non solo schiva il mainstream – del resto, avrebbe poco senso in un festival proporre video da milioni di visualizzazioni –, ma pesca anche laddove le attenzioni di curator e festival internazionali non arrivano. Motivo di più allora per non perdersi questa playlist, che propone una vivace commistione di generi e provenienze diverse (Usa e Uk la fanno da padroni, ma c’è tanta Francia, molto Est e un pizzico di Spagna) per un ventaglio di stili ed emozioni altrettanto ampio, ma nel quale lo spettatore è invitato a scovare raccordi inaspettati, collegamenti sorprendenti così come nette divergenze.
I venti videoclip saranno mano a mano proiettati prima dei lungometraggi durante il festival. Il vincitore verrà annunciato alla conclusione, secondo il verdetto della giuria composta da Karol Sudolski, Iole Pellion di Persano (fondatrice della galleria Recontemporary) e Giorgio Valletta (dj radiofonico, giornalista musicale e fondatore del festival Club To Club).
LA PRESENTAZIONE
Se c’è un concetto che mi tormenta da sempre, quello è il tempo. Ho paura del tempo, ma come tutti sono trasportato da esso. Negli ultimi anni è diventato ancora più incerto, è una creatura profondamente spaventosa: cambiamenti climatici, diritti umani calpestati, guerre contro i più deboli, indifferenza, il capitalismo ormai normalità, il mondo in ginocchio per colpa di un veleno. Il tempo guarda imperturbabile, si volta e continua a fuggire. Il cinema non solo racconta il tempo, lo combatte. Nello specifico linguaggio dei videoclip il tempo viene sgretolato, plasmato a semifluido, imprigionato. In The Daisy un giocatore sfida lo scorrere dei secondi con il suo cubo di Rubik, in Unica’s Cloud una donna cerca di padroneggiare lo sviluppo tecnologico con un danza tribale. Il futuro è già successo? È la domanda che ci si pone guardando Incomplete di Ash Koosha, un’infinita coreografia di corpi in caduta sullo sfondo del mondo in continuo mutamento. In La nuée è la natura che riprende in mano il potere difendendo il presente da un passato maligno. In Barbarka la regia e la musica sono in grado di riavvolgere il nastro del tempo con la stessa violenza che hanno subito. 20 videoclip, reti neurali e sistemi di intelligenza artificiale producono l’impatto tra suono e immagine nel live di Lorem, la mostra con Karol Sudolski e due panel esclusivi per fermare il tempo. E forse pensare che non è più una creatura indomabile, ma il bene più prezioso che abbiamo. – Alessandro Maccarone
EVENTI COLLATERALI
All’interno della sezione Soundies si ritrovano poi alcuni interessanti eventi in cui il linguaggio videomusicale converge con altre forme espressive digitali. Assolutamente da non perdere la prima personale del visual artist Karol Sudolski, You’re My Anchor Point. Sudolski mette per la prima volta insieme il suo lavoro che combina promo (l’artista è stato coautore di alcuni dei videoclip italiani più belli degli ultimi anni), opere in realtà aumentata e fotogrammetria. Inaugurazione il 9 febbraio alle 18 presso la galleria Recontemporary, per maggiori informazioni andate qui.
Durante il festival, la mostra vivrà il suo momento di attenzione il giorno 19, con un aperitivo in loco in programma alle ore 18. Alle 22:30 sarà il momento di spostarsi invece al Cinema Massimo perché Francesco D’Abbraccio, in arte Lorem, che da anni lavora con reti neurali e sistemi di intelligenza artificiale, darà vita a una imperdibile performance live.
I due artisti insieme saranno poi i protagonisti di un panel specifico, previsto per il 20 febbraio alle 17 sempre presso la galleria Recontemporary (ingresso gratuito, capienza limitata: prenotazioni qui). In questa occasione D’Abbraccio e Sudolski racconteranno il loro processo creativo e di ricerca, presentando una loro installazione dal titolo Distrust Everything. «Un’installazione AV in episodi sviluppata attraverso sistemi di intelligenza artificiale e fotogrammetrie 3D, che immerge i visitatori in un sogno inquietante e sintetico realizzato da una rete neurale – si legge nella presentazione –. Scritta a partire da un gigantesco dataset di dream report di Mirek Hardiker, l’opera immersiva esplora il rapporto tra Finzione e Verità nell’era dell’intelligenza artificiale attraverso un’esperienza estetica che sfida la nostra percezione dei paesaggi interni ed esterni».
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