di Giada Consiglio
Abbiamo già sentito parlare di Mancha: giovane promessa del Bolognese, classe ’99, che dopo alcuni singoli andati molto bene nelle classifiche mainstream (Acida ft Nicol, Solo Quando Voglio e Crimine) e aver lavorato con un produttore famoso come Mr. Monkey, porta alla luce un nuovo brano, con un titolo forse un po’ melodrammatico: “L’Uomo più triste del mondo“.
Triste sì, ma con un sound allegro ed energico che si contrappone al testo malinconico e che stupisce perché sa essere originale ed intrigante, permettendo di farci scatenare pensando con toni liberatori di allontanare dalla nostra vita la persona che ci ha deluso di più. Da questa vena rock è nato un videoclip che rispecchia a pieno questo sentimento, unendo le idee del regista Riccardo Melon con quelle dell’autore Leonardo e con l’aggiunta di un’azzeccata collaborazione dell’illustratrice Roberta Tufigno, che ha realizzato un’animazione giocosa accanto al protagonista.
Molto belle e strutturate le location, vive di colori; sembra quasi di avvertire l’odore all’interno della stanza dei vinili, o di sentire il rumore della macchina che a tutto gas trasporta un Mancha carico di urla! Noi di Futura 1993 ci siamo appassionati e abbiamo scelto di sentire non solo l’autore del brano, ma anche il regista e l’illustratrice per avere un quadro definito e completo di com’è stato progettare, lavorare e ottenere un prodotto finale così ben riuscito.
Ciao Mancha! “L’uomo più triste del mondo” è il tuo nuovo singolo; questo titolo ci catapulta in pensieri ricchi di amarezza, ma sia il sound che il video ci trasmettono una forte carica che ci fa saltare e ballare. Come nasce l’idea di questo girato?
Ciao! L’idea del video è nata da un primo confronto tra me e Riccardo Melon per scambiarci mood e sensazioni riguardanti la canzone. Dopo uno scambio di references siamo arrivati alla conclusione che volevamo un video grezzo e semplice ma che rendesse bene la contrapposizione tra musica uptempo e l’amarezza del testo.
Le riprese all’interno dell’auto dove ti esponi dal finestrino sono le più simpatiche, mandi vivamente a quel paese qualcuno che ti ha fatto soffrire. Quanto ti sei divertito a sfogare tutta la delusione di un amore finito?
Fino ad adesso questo è il video dove mi sono divertito di più sul set. Ad essere sincero non sono partito subito carichissimo, dato che abbiamo iniziato le riprese alle 7.30 del mattino, e non sono proprio un mattiniero, anzi. Ma tutto il team del video mi ha caricato un sacco e alla fine sono stato io che dicevo “ok, facciamone un’altra in cui posso urlare di più”. Arrivato a sera ero stremato ma ne è assolutamente valsa la pena per il divertimento e per il prodotto finito.
Sei in continua evoluzione di stile e la tua vena rock è più presente. Quanto ti piace sperimentare e in cosa ti senti più a tuo agio?
Sperimentare mi piace tantissimo. In tutta la mia carriera musicale, da quando ho iniziato a suonare fino ad adesso, ho sperimentato davvero tante cose. Il rock è il primo genere che mi ha fatto avvicinare alla musica. Ho iniziato suonando la chitarra elettrica e di conseguenza ascoltavo e suonavo i più grandi chitarristi del secolo scorso: Slash, Van Halen, Jimmy Page, Clapton, Keith Richard, ecc.. Successivamente ho abbandonato il rock per sperimentare qualcosa di diverso, ma ho ultimamente ho scoperto che unire il sound del classic rock al mio stile di fare musica mi diverte davvero un sacco.
In una delle scene che ti ritraggono possiamo notare dei vinili sparsi sullo sfondo: De Gregori, The Rolling Stones, Bob Dylan e Tom Waits. Sono nomi casuali o rispecchiano i tuoi ascolti? Cosa ne pensi della musica in vinile, sei un collezionista?
I vinili sparsi per terra sono assolutamente casuali nel senso che erano dischi presenti nello studio fotografico dove abbiamo registrato e che noi abbiamo preso per costruire una scenografia. Però alcuni rispecchiano assolutamente i miei gusti e i miei ascolti, come Rolling Stones e Dylan. Infatti, ricordo che siamo stati un po’ a scegliere quali vinili far vedere perché ce n’erano alcuni che non mi rispecchiavano affatto. Non mi definisco collezionista di vinili perché ne possiedo troppo pochi per definirmi tale, però un giorno mi pacerebbe arrivare ad avere tutti i dischi che mi hanno influenzando di più, sia vecchi che nuovi.
Accanto a te, in automobile, c’è una sagoma disegnata di bianco, che poi si materializza in una splendida ragazza. L’animazione è opera di Roberta Tufigno, com’è nata l’idea?
Era da molto che pensavo di fare un video con qualcosa di animato al suo interno, perciò questa volta ho pensato di proporlo dopo aver visto la copertina di mia sorella Martina Parmeggiani che aveva disegnato una stickman al centro di tutto. Quello per me era la perfetta rappresentazione di quello che è MANCHA, ovvero una “macchia” e in questo caso uno stickman, che è sempre con me come un compagno e che mi ricorda, anche nei momenti più felici, che sono triste, che la felicità è difficile da raggiungere e che forse io e “lui” non la raggiungeremo mai. Dopo aver lanciato questa idea, Riccardo ha pensato ad una storia che rendesse protagonista me e lo stickman e Roberta è stata bravissima nella realizzazione animata dell’omino alla guida.
Ciao Riccardo, sei il regista di questo video, che ha messo in risalto lo stile british rock di Mancha. Com’è stato lavorare con un artista così giovane ma dalle idee chiare?
È stato molto figo, Leo è sempre stato molto educato, disponibile e si è messo in gioco sin da subito come solo i grandi sanno fare! Lui sa molto bene qual è il suo immaginario ma è anche molto bravo (e intelligente) a saper spaziare e variare un po’ come vuole, senza perdere la sua integrità.
Il video riflette bene le intenzioni del brano. L’idea e il risultato finale nascono da un confronto continuo con Mancha e Roberta?
L’idea di inserire l’elemento stickman nasce appunto da un confronto con tutto il team, mentre lo sviluppo dello storytelling e quindi la scelta di metterlo alla guida di un auto d’epoca piuttosto che farlo materializzare in un incontro con una ragazza sono idee mie, poi condivise con tutti e in particolar modo con Roberta, che ha accolto a braccia aperte la mia proposta un po’ folle.
Ciò che resta in memoria è l’automobile d’epoca che viaggia su strade solitarie di campagna in piena luce del sole e le stanze colorate in cui si respira tanta musica. In base a cosa avete scelto queste due location?
Non è stato per niente facile, l’idea era molto ambiziosa quindi sono davvero soddisfatto del risultato!
Ciao Roberta, hai messo un po’ della tua arte a servizio di questa canzone. Com’è stato far parte di questo progetto?
È stato super divertente, con un team così è difficile annoiarsi! Animare richiede metodicità ma anche una buona dose di stravaganza: per questo progetto ho deciso di ascoltare la seconda e di lasciare che le imprecisioni diventassero caratteristiche del personaggio.
Hai preso ispirazione da qualcosa in particolare per quest’illustrazione?
Di solito prendo ispirazione da tutto quello che mi circonda, dagli sticker sui lampioni alle geometrie delle auto. Cerco di raccogliere più materiale possibile: è una collezione disomogenea che continua a crescere e accumula elementi scollegati tra loro.
La sagoma ha un’espressione triste che muta sul finale in uno smile, trascritto anche su un post-it. Possiamo quindi dedurre che dall’incontro con l’amore, l’uomo più triste del mondo cambi il suo stato d’animo?
Secondo me, almeno in questo video, l’amore è un’arma a doppio taglio: se verso il finale salva il protagonista, all’inizio è proprio un amore non corrisposto a rendere Mancha l’uomo più triste del mondo.
Ciò che suscita la visione del video è molta energia e allegria. Qual è stato il clima respiratosi durante le riprese? Vi piacerebbe collaborare ancora?
Mancha: Il clima è stato fantastico a parer mio. Tutto il team che seguiva Riccardo era preso benissimo e riuscivano tutti a metterti a tuo agio, eravamo tutti eccitati per la realizzazione del video! Si se ci sarà occasione di collaborare con Riccardo e il suo team sarò felicissimo di fare un altro progetto insieme a loro.
Riccardo: C’è stata molta energia, grazie anche a chi ha permesso di lavorare nel migliore dei modi, e soprattutto c’è stata molta disponibilità da parte di tutto il team di coordinamento.
Assolutamente sì! mi piacerebbe molto collaborare nuovamente per raggiungere nuovi obiettivi insieme.
Roberta: Si è creato da subito un clima di collaborazione e sintonia, tanto nella fase di pre-produzione quanto sul set. Sono contenta di aver incontrato un team di persone davvero in gamba con cui spero di collaborare ancora in futuro.
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