Passano i cantanti e i presentatori, le crisi di governo e le zone rosse, ma non passa mai Sanremo. Edizione numero 71, confermati alla conduzione Amadeus e Fiorello e con loro una scaletta infinita e sfiancante. Tanto più quest’anno con ventisei canzoni in gara fra i big. Come nostro solito, copriamo la kermesse canora con uno speciale dedicato ai videoclip tra il serio e il faceto.
A partire da oggi un po’ alla volta aggiorneremo questo articolo aggiungendo i nostri brevi commenti a ciascun videoclip. Oltre che spinti da una patologica mania classificatoria e un certo gusto per il trash (ma quest’anno sembra promettere meno perle rispetto agli anni scorsi ☹️ ), Sanremo restituisce uno spaccato trasversale, seppure certamente incompleto, della discografia nazionale e per questo motivo osservarne i videoclip può essere utile per avere un’idea dello stato dell’arte a livello nazionale, tra incursioni indie, trapper addomesticati, mainstream d’accatto e divismo nazionalpopolare.
Cominciamo.
Aiello – Ora (Giulio Rosati)
Iconic video molto pop nonostante i toni scuri, ma del resto non potrebbe essere altrimenti: tra sesso e ibuprofene l’amore di Aiello, come spesso capita, è tormentato. Rosati punta sull’atmosfera e si limita a qualche guizzo creativo, ma è il montaggio a portare a casa il risultato. Un ibrido sospeso tra il videoclip-dentro-sopra-sotto-le-lenzuola e il videoclip-in-riva-al-mare, ma anche un po’ videoclip-con-una-tipa-figa-a-caso. (Alessio Rosa)
Produzione: Borotalco.tv (credits su YouTube)
Annalisa – Dieci (Giacomo Triglia)
Dici una popstar donna italiana che sembra avercela fatta, ma poi insomma mmm non proprio, dici regia di Giacomo Triglia. Nel videoclip di Dieci, Annalisa è una donna moderna: sa che ci ricascherà con lo stronzo di turno un’altra volta ancora, ma non è più vittima impotente – non so, come la Mia Martini di Minuetto -, ma una volontaria dell’eterno ritorno dell’ultima scopata. Mentre torna da lavoro cerca di convincerlo telepaticamente di scriverle, poi arriva a casa e si apre una bottiglia di vino rosso nel suo appartamentino milanese arredato ikea. Lui sto giro non le scrive e allora lei si addormenta guardando Netflix, proprio mentre parte in riproduzione automatica Anima di ThomYorke. (AR)
Produzione: Borotalco.tv (credits su YouTube)
Arisa – Potevi fare di più (Danilo Bubani, Daniel Bedusa)
Prima sorpresona: Arisa, dicasi Arisa, in un videoclip di Land Ho. Miracoli del sovraffolamento di richieste? Chissà! Comunque, alla faccia del titolo, era difficile fare di più di così. Di qua e di là dell’Atlantico, Bubani e Daniel Bedusa intrecciano i ritratti di quattro coppie diverse riuscendo per brevi momenti a restituirci un’idea completamente diversa della cantante genovese. (AR)
Produzione: Borotalco.tv (qualcuno chiami l’Antitrust!) (credits su YouTube)
Madame – Voce (Attilio Cusani)
Madame canta della sua voce e per estensione della sua identità. Cusani la riprende in look skin color mentre si guarda allo specchio oppure si contorce, per poi inframezzare frammenti documentari più o meno costruiti e lacerti narrativi nel tentativo di restituire un ritratto lirico di questa diciannovenne che, non si sa come, è forse la pop star più matura della penisola. (AR)
Produzione: indovina un po’ (credits su YouTube)
Ghemon – Momento perfetto (Matilde Composta)
Altra sorpresina: a dirigere il video di Ghemon è Matilde Composta che per chi non lo sapesse è stata e continua ad essere una delle più importanti produttrici della scena nazionale, alla fotografia invece il suo sodale Enea Colombi. Con Momento perfetto giocano il jolly del remake, buono per tutte le stagioni (l’anno scorso toccò ai Pinguini Tattici Nucleari), rifacendo la celebre scena di Think da The Blues Brothers, perfetto per il rebranding anni Settanta di Ghemon. Anche se quei capelli… (AR)
Produzione: ci siamo già capiti (credits su YouTube)
Colapescedimartino – Musica leggerissima (Zavvo Nicolosi)
Colapesce e Dimartino vanno a Sanremo, ma in realtà è la loggia nera di Twin Peaks. Il videoclip dei Ground’s Oranges è il solito frullato di alto e basso, tra colpi di genio e cazzate; illustra il testo tanto a livello didascalico, quanto nel suo senso profondo, divertendo e al tempo stesso angosciando e così riflettendo alla perfezione la finta superficialità della canzone. Nicolosi ricrea inoltre l’“operazione Sanremo” dei due artisti siciliani attraverso la sua lente grottesca e deformante (nonché l’amore dichiarato per Pippo Baudo). Cosa volete di più? (AR)
Produzione: Ground’s Oranges (credits su YouTube)
Orietta Berti – Quando ti sei innamorato (Sugarkane)
Un capolavoro dadaista: tre implacabilmente immobili Oriette Berti di porcellana colorata sovrintendono un incasinatissimo agglomerato di rose di plastica giganti e colonne che si muovono in successione, all’interno delle quali Orietta, tornata umana, canta insieme a due ballerini intrappolati anch’essi in questo inferno dantesco in salsa 3D Movie Maker. (Riccardo Carlino)
Produzione: “GAPP MUSIC S.A.S. and SUGARKANE PRODUCTIONS” (credits su YouTube)