Soffia forte il vento dell’Est
Bisogna parlare della qualità assurda di certi lavori prodotti in Est Europa. Tenendo poi conto, ovviamente, che ci arriva solo una parte del meglio delle produzioni russe, polacche, ceche e così via. Eppure la costanza con cui ci imbattiamo su lavori di grande cura formale e potenza visiva è impressionante e questo ci impone, nonostante le barriere linguistiche e culturali, di fare sempre più attenzione a quanto arriva da quelle parti.
Sono lavori spesso criptici ai nostri occhi, incapaci come siamo di cogliere sfumature e riferimenti nazionali, per non parlare poi dei testi, che dobbiamo provare a tradurre con mezzi di dubbia affidabilità. Ciononostante, o forse anche in virtù di ciò (e di un po’ di inevitabile esotismo), appare lampante come in Russia soprattutto si sia sviluppata una scena videomusicale di primissimo livello, testimoniata inoltre dal salto sul grande schermo di alcuni registi che avevamo segnalato gli anni scorsi come Oleg Trofim e Lado Kvataniya.
Nella top 20 in fondo ne trovate diversi, ma segnalo anche:
Taro – Where Is God? (Natalia Bazina)
Aigel – Two Weeks (Alexey Shevchenko, Peter Barabakaa)
Stereopolina – Последнее свидание (Arseny Kuznetsov)
Katarzia – Hoří i voda (Jay Walker)
Husky – Never ever (Evgenii Bakirov)
Kamp! – Wiedziałem, że tak będzie (Piotrek Matejkowski)
Little Big – Tacos (Alina Pasok, Iliya Prusikin)
Never Sol – Leon (Jaroslav Moravec)
Elderbrook – Why Do We Shake In The Cold (Jaroslav Moravec)
Solo Ansamblis – Dansingas (Titas Sūdžius)
Fardi – СНГ (Azar Strato)
Cream Soda & Hleb – Plachu Na Tjekno (Aleksandr Irinarhov)
Maslo Chernogo Tmina – Nevedomyy Mir (Aisultan Seitov)