I video di C Tangana e la varietà e qualità dei videoclip spagnoli
C Tangana è un trapper spagnolo. Trapper non rende abbastanza l’idea: è un cantante-impresario, dove il lato imprenditoriale è apertamente indicato come il più importante. È insomma un’azienda, mandata avanti dallo stesso artista e dal suo manager, con grande attenzione ovviamente a tutti gli aspetti comunicativi, tralasciando talvolta quello musicale (dove comunque il fiuto commerciale è indiscutibile).
Grande importanza è rivestita naturalmente dai videoclip e non è un caso che il nostro abbia lavorato con tantissime diverse case di produzione e firme spagnole di primissimo piano come Eduardo Casanova (regista del film cult Pieles), Rogelio (regista per CANADA), Nicotine (collettivo di registi per The Movement e Landia) e Diana Kunst.
Quest’anno tuttavia il ruolo più importante lo hanno avuto i ragazzi di Little Spain e in particolare Santos Bacana (già regista di Un veneno). Prima l’intimista Nunca Estoy (diretto da Javier Ruiz e montato da Bacana), seguito dall’animazione minimale di Bien 🙁 – in cui il rapper si suicida dalla stanza di un grattacielo di Benidorm – preludio alla rinnovata stagione del nuovo album, El Madrileño.
L’album è stato anticipato da Demasiadas Mujeres e definitivamente lanciato con Tu me dejaste de querer. Entrambi i video sono diretti da Bacana e sono accomunati, oltre che da un invidiabile livello produttivo, da riferimenti alla tradizione musicale spagnola (la miscela di tradizione e urban è il connotato principale di questa nuova fase musicale, probabilmente ispirata dal successo internazionale di Rosalia) e dall’evocazione di Rosalia stessa, ex partner dell’artista, flirtando così con il gossip e tutto il tran tran mediatico che ne deriva.
Sono pochi gli artisti fuori dal mercato della musica in inglese che fanno un uso così attento e coerente del videoclip, trasformando quasi ogni uscita – e sono tante – in una sorta di nuovo episodio della propria epopea artistica. Godard diceva che i film sono prima di tutto un documentario sugli attori, e lo stesso potremmo dire dei videoclip in rapporto alle pop star. C Tangana sembra averlo capito da sé, trasformando anzi i suoi videoclip in una sorta di serie tv su di sé o una nuova story su Instagram, se preferite, elevata al cubo. Questa è la direzione del videoclip pop al giorno d’oggi e non ci resta che attendere con ansia il prossimo episodio.
Tangana è un caso a parte, ma dato che ci siamo mi permetto di sottolineare la notevole annata del videoclip spagnolo, che da qualche tempo a questa parte risulta piuttosto vivace e convincente. Oltre ai registi succitati, vanno menzionati NONO Ayuso, NYSU, Realité, MANSON e Carl Pons Altimira, senza dimenticare Pablo Maestres e i soliti CANADA, già ampiamente riconosciuti a livello internazionale (e ci sarebbe anche Pedro Martin Calero, inattivo videomusicalmente da qualche anno).
Un invidiabile gruppuscolo di autori che va rimpolpandosi continuamente, alimentando il fermento di una scena che non possiamo che invidiare, capace anche di attrarre artisti esteri (Hot Chip, New Order, addirittura i Rolling Stones!). Alla base di questo successo c’è sicuramente lo sviluppo della discografia nazionale, con artisti che alla costante ricerca di proiezione internazionale (senza contare che il mercato in lingua spagnola è già amplissimo di per sé e sta crescendo ovunque) e di aver avuto l’esempio virtuoso di CANADA, una casa di produzione che si è imposta all’attenzione internazionale proprio attraverso il videoclip di qualità. Pur tenendo conto di queste eccezionalità, il videoclip spagnolo dovrebbe rappresentare un ottimo esempio – un’ideale a cui tendere – per case di produzione e registi del nostro paese.