10 Colapesce, Dimartino – Luna Araba + Noia mortale (Tommaso Buldini)
Tommaso Buldini dirige due videoclip in stretta correlazione, sia narrativa che stilistica, che si applicano alla perfezione ai due brani del disco di Colapesce e Dimartino, anche loro in gara nel prossimo Festival di Sanremo.
In Luna Araba, i due cantanti accompagnati da Carmen Consoli, viaggiano in una navicella gialla (forse tributo al sottomarino dei Beatles) e si perdono in uno stralunato e surreale flusso di coscienza visivo ricolmo di animali bizzarri e altri soggetti fantastici che si muovono in uno spazio metafisico e indecifrabile.
Viviamo un senso di fascino misto a paura analogo nel video di Noia mortale dove dal palcoscenico di un teatro si fanno avanti animali di tutti i tipi, frutto di innesti e mescolanze di colori e oggetti vari, per poi spostare il punto di vista sul cielo e farci coinvolgere nella suggestiva narrazione visiva dei vari personaggi, allegorie del testo della canzone.
Entrambi i video sono imperniati di una estetica che ricorda il collage, sebbene animato digitalmente , ma anche raffigurazioni che ricordano i mostri diabolici e oscuri del misterioso pittore Hieronymus Bosch. Inoltre l’animazione di queste figure tanto inquietanti quanto sublimi presenta numerosi echi del geniale Terry Giliam ai tempi del Monty Python’s Flying Circus, elemento che contribuisce ai due video gemellati di colpire nel segno. (R C)
9 Eugenio in Via Di Gioia – Tsunami (Raoul Paulet)
Una scenografia teatrale nell’intento ossessivo di de-teatralizzare la sua stessa natura. Un videoclip che crea un ritmo deciso senza scadere mai nella ripetizione retorica. Molte idee che stanno in piedi senza bisogno di particolari iperboli virtuose. La condizione dell’uomo contemporaneo è così riflessa, tra gioco e danza, cercando di sdrammatizzare questa società fredda nei confronti dell’individuo e in costante pericolo di recessione e collasso climatico. Da notare come questo video sia stato girato prima della rivoluzione Covid e come diventi così ancora più attuale nella nuova precarietà che dovremo affrontare nei prossimi anni. (A B)
8 Ghali et. al. – Marymango + Boogieman + Barcellona (Giulio Rosati et. al.)
Tra gli artisti italiani, Ghali è stato tra i più prolifici dell’anno, pubblicando ben quattro singoli (dopo il primo, uscito a novembre 2019) dall’album DNA e sempre accompagnandoli con video di qualità, pur nella diversità.
In Marymango (personaggi animati di Stefano Colferai e regia di Giulio Rosati), Ghali è come Alice (e tha Supreme come il Charlie de La Fabbrica di Cioccolato). Un’interfaccia apparentemente spensierata e destinata ai bambini (l’animazione in plastilina da un lato, la favola dall’altro) per raccontare qualcos’altro: un viaggio allucinato e di crescita nel mondo degli adulti, guidati invece da malizia e rabbia.
Chi è invece l’uomo cattivo di Boogieman? È la nostra incoscienza, quella che ci istiga a far cose di cui ci pentiremo? O è la nostra coscienza, quella a cui chiediamo di frenarci dal fare cose stupide (ma cool) e che speriamo dissolva le nuvole che talvolta non ci permettono di vedere distintamente la direzione verso cui procediamo? Questo dubbio è ben reso dal reverse.
Barcellona invece è un video narrativo in cui ad essere raccontata è una classica storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza. Quelli che possono essere letti come intemperanze o atteggiamenti sciocchi e superficiali sono però frutto di “non maturità” o purezza (ben rappresentati dalle ali e dalla goffagine con cui se ne accompagnano), la stupidera a cui fa da contraltare il brusco risveglio nel momento del distacco, con tanto di perdita di ali. (Donata Napoli)
7 Nayt – Musica ovunque (Francesco Calabrese)
Video uscito solo qualche settimana fa e che forse sconta qualche posizione nella nostra classifica per questo motivo. Del resto si tratta anche di un video difficile da collocare sul panorama italiano, talmente appare fuori scala rispetto alla concorrenza per ricchezza visiva, budget e consapevolezza del medium. Un video fatto da un regista che conosce e manipola la materia da grandissimo esperto: un ritratto epico dell’artista, del suo percorso, in pratica la costruzione di una mitologia completa in soli quattro minuti. Un video che riesce al tempo stesso a mettersi al servizio di Nayt e a proporsi quasi indipendentemente come un biglietto da visita del regista, un reel che ne dimostra tutto il talento visionario. Viene in mente la citazione (abusata, ma immancabile) di Boris: molto poco italiano. (A R)
6 The Zen Circus – Appesi Alla Luna (Zavvo Nicolosi, Giovanni Tomaselli)
Una realtà distopica in cui diversi giovani sono internati e sorvegliati da un esercito di panda a loro volta comandati da due figure nobiliari. Ambientato negli spazi dello storico Monastero dei Benedettini dei Catania, il videoclip di Appesi alla Luna parla di prigione mentale, senso di oppressione, desiderio e ritorno alla libertà. Silenzio e obbedienza regnano sovrani fino a quando degli sguardi d’intesa non risvegliano la ribellione dei giovani. Tanti spunti di riflessione sulle prigioni contemporanee fisiche e psichiche, diverse possibili citazioni (da Orwell a Lanthimos) e la musica degli Zen Circus. (Marika Palumbo)