15 Lucio Corsi – Freccia Bianca + Trieste (Tommaso Ottomano)
Quelle chitarre elettriche e quel cielo come sfondo nel promo di Freccia bianca non possono che farci pensare a una delle più grandi immagini della storia della musica rock: la copertina di Brothers in Arms dei Dire Straits. E “fratelli d’armi” sono anche Lucio Corsi e Tommaso Ottomano, che confermano la loro innata propensione per la creazione estetica, molto glam rock e un po’ operistica. Come avvenne l’anno scorso per Cosa faremo da grandi?, riescono a dar luce a un altro paio di video interessanti sia per composizione che per epica visionaria. (A B)
14 Comete – En e Xanax (Bendo)
Uno dei video simbolo dell’“arte di arrangiarsi” di questo 2020 segnato da lockdown e coprifuoco. Qualcosa bisognava pur inventarsi per poter girare dei video, soprattutto con diversi attori contemporaneamente, senza poter incontrarsi e senza poter girare su un set. La soluzione è un po’ la stessa che tutti noi abbiamo nei confronti della pandemia: fiducia. Fiducia che tutto finisca, fiducia che qualcuno stia lavorando bene per tirarci fuori da questo caos. Una fiducia che non è stata troppo ripagata a dire il vero, ma che nel caso degli attori protagonisti del video, a cui è stato chiesto con fiducia di fare delle riprese, è stata un successo. Le immagini, montate in split screen, ripercorrono così la nostra vita in uno degli anni più memorabili della storia recente dell’umanità. (A B)
13 Germanò – Matteo Non C’è (Danilo Bubani)
Anche i rettiliani amano. Siamo davanti alla scena finale di un film di cui non ci è dato conoscere la trama. Matteo, il protagonista, confessa la sua reale identità di rettiliano a Giulia che malgrado tutto lo accetta per come è, portando avanti il loro amore. Il finale di questa bizzarra e immaginaria pellicola è anche l’incipit del video di Matteo Non C’è . Sui “titoli di coda” il video prosegue così con un cameracar fisso su Matteo, legato all’interno di un’auto diretta chissà dove. Bubani affronta una vicenda surreale da sci-fi d’altri tempi con grande maestria, misurandosi con il dialogo e mettendo in scena una storia che, per quanto ci appaia grottesca, risulta estremamente credibile per lo stile con cui ci viene proposta. Su livello e vibes simili anche il coloratissimo Un fatto tuo personale. (Nicola Marceddu)
12 Diamine – Via del Macello (Marco Brancato)
Un’animazione psichedelica segue il testo del brano Via del Macello. Marco Brancato – autore anche del videoclip di Vita Paranoia di Gazzelle – è un ormai noto illustratore e animatore italiano. In Via del Macello, decide di armonizzare immagini, musica e testo con una palette di colori vivaci e stravaganti. La rappresentazione di oggetti dell’infanzia si affianca a figure molli che prendono vita e forme diverse. (Marika Palumbo)
11 Yosh Whale – Nilo (Franap, Chiara Lombardi)
La musica come un esperimento fantascientifico ed emozionale. In Nilo, la band si connette attraverso uno strano dispositivo dando forma all’incontro tra due innamorati. Ogni membro degli Yosh Whale apporta il suo contributo, immaginato come un liquido argenteo, al fine di creare l’immagine di due innamorati in riva a un lago ghiacciato.«Ogni volta che scrivo per raggiungerti / rompo gli argini come il Nilo»: il potere dell’arte di sovvertire la realtà, romperne gli argini appunto, e far rivivere le emozioni di un ricordo. Un videoclip che è anche metariflessivo – l’esperimento effettuato dalla band nel videoclip è in fin dei conti anche quello sinestetico dei registi, che letteralmente immaginano e danno concretezza visiva al brano -, ma si apprezza soprattutto per la lenta ed elaborata costruzione, tesa verso il climax finale, algido e visionario, tra i più riusciti degli ultimi anni. (A R)