Presentiamo la classifica di redazione dedicata ai videoclip italiani.
20 Blanco – Notti in bianco + Ladro di fiori (Simone Peluso)
Blanco va annoverato tra le scoperte musicali dell’anno. Reinterpreta alla sua maniera, quella di un 16enne incontrollabile e circondato dalla trap, il punk californiano, l’emo e il grunge. Gli anni Novanta per sentito dire. I suoi videoclip sono stati firmati da Simone Peluso, bravissimo a coglierne l’energia, la carica. Notti in bianco è l’esplosione fra le mani dell’adolescenza: è un pieno di ormoni – i peli, l’acne sulla faccia, i corpi ammassati e ignudi – di ribellione giovanile, anche banalotta se vogliamo (il solito fumo e alcol), ma per questo non meno autentica.
Ladro di fiori (co-diretto da Luca Boarelli) dismette l’approccio quasi documentaristico del primo video in favore di uno stile estetizzante, ricercatamente cool. L’artista viene immaginato come un semidio impazzito per l’incontro con una femme fatale, evocata in una manciata di frame e primi piani. A prendersi la scena è però comunque la performance fisica di Blanco, incontenibile, che straripa dal quadro.
Forse proprio per questo motivo, paradossalmente, il risultato migliore Peluso lo ha ottenuto con un video live in cui viene presentata una versione acustica di Notti in bianco. Un video di esasperato minimalismo, girato con un’inquadratura fissa in un piccolo studio: un pianista che sembra capitato lì per caso e Blanco con i mutandoni bianchi, nient’altro. Costretto in pochissimo spazio, quasi asfissiato dal frame, l’artista finisce con l’arrivare allo spettatore con maggiore intensità. (Alessio Rosa)
19 David Blank feat. PNKSAND + ilromantico – Foreplay (Delia Simonetti)
Pregevolissimo e impegnato: il videoclip diretto da Delia Simonetti per David Blank e PNKSAND è un iconic video di limpida bellezza e dal messaggio chiaro e diretto. Il duetto è infatti solo il punto di partenza per una serie di ritratti di ispirazione pittorica, che allargano il respiro a un’intera comunità sottorappresentata. Quella degli italiani neri, socialmente emarginati e discriminati, che qui invece diventano presenze statuarie e bellissime, esaltate da uno styling esuberante, si prendono il centro della scena e vengono rappresentati nella loro varietà, nelle tante sfaccettature che compongono un insieme molto più complesso di come lo racconta il mainstream. (A R)
18 The Zen Circus – Come se provassi amore (Trilathera)
Un Blow-up auto-riflesso e una ossessione per la propria immagine. La fotografia, o meglio l’atto del fermare l’attimo, è il centro di questo videoclip. Fotografia come mezzo di memoria, come ricordo da poter dimenticare, attraverso il quale dimenticare la propria situazione e la propria stessa ossessione. Il colore rosso è il filtro del mondo parallelo, del mondo creato come alternativa a una vita monotona, alla monotonia del vedersi sempre uguale a sé stessi senza poterlo bloccare nel tempo. Tentativo di sdrammatizzare la propria condizione umana, come se si provasse amore per quello che si è obbligati a essere. (Alberto Beltrame)
17 Marco Castello – Porsi (Zavvo Nicolosi)
Il sistema scolastico ha fallito. Su questo c’è poco da discutere e ci sarebbe anche poco da ridere, ma per fortuna ci sono i Ground’s Oranges. Ispirato dal concentrato di ricordi scolastici citati da Marco Castello in Porsi, Zavvo Nicolosi realizza un ritratto assurdo e grottesco della scuola italiana, immaginando una comica quest condotta dalla madre del cantautore, che accompagnata da un prof di religione vestito da Papa, cerca disperatamente il figlio. Questi infatti ha ben pensato di abbandonare i banchi di scuola per darsi al più redditizio e soddisfacente allevamento di lama. A corredo troviamo una (tragi)comica galleria di caricature di professori, sottotitoli in cui scorrono le frasi cult del mondo scolastico (dal classico «suo figlio è bravo, ma non si applica» in giù) e una serie di chicche geniali disseminate lungo tutto il racconto. (A R)
16 Madame – Baby (Martina Pastori)
In un piccolo e periferico contesto urbano, Madame marina la scuola e passa la giornata dalla sua amica. Non è però la classica storia da telefilm adolescenziale: infatti, elemento chiave su cui si incentra il videoclip di Martina Pastori, a Madame sono improvvisamente cresciuti due canini da vampiro. Dopo la sorpresa iniziale, le due amiche si abituano presto a questa inaspettata condizione, dando vita a scene di amicizia semplice e affettuosa: un manifesto di accettazione dei propri “difetti”.
Un normale frammento di vita quotidiana da teenagers colorato di tinte surreali. In questo contrasto sta la forza del video: la normalizzazione di ciò che a primo impatto potrebbe spaventarci. L’inserimento di un elemento fantastico che, riportato ad un contesto sociale più quotidiano, invita a riflettere sull’importanza delle diversità.
Madame è un’artista giovane e incredibilmente talentuosa che si appresta a portare una ventata hip hop all’Ariston nel prossimo Festival di Sanremo. La sensibilità che questa ragazza ha verso il tema dell’emancipazione femminile e l’accettazione di ogni tipo di diversità è palpabile non solo nel videoclip in questione, ma anche in tutto il resto della sua discografia. Non ci resta che aspettare la sua prossima mossa. (Riccardo Carlino)