10 Sam Dew – NTFWL + Gone (Young Replicant)
Young Replicant è un regista di Los Angeles che ha realizzato anche video per ALT-J, Flying Lotus, Bonobo. I videoclip di NTWFL e Gone sono praticamente un breve cortometraggio diviso in due parti (in attesa del terzo conclusivo capitolo ai primi di gennaio). Un amore commissionato e/o ordinato. Un gruppo di riders-Cupido ritirano il loro “ordine” – dei ritratti di persone – e lo mostrano invisibilmente ai destinatari, nella loro inconsapevolezza. Non sappiamo se questo business funzioni davvero, ma sembrerebbe trattarsi di un lavoro di ripiego, in nero, quel lavoro che nessuno vuol fare. In una serie di contrasti, primo fra tutti quello tra visibile e invisibile, entrambi i video richiamano solitudine, malinconia, silenzio e senso di spaesamento. Dove ci porta quel vortice sul pavimento? Perché il nostro dispositivo più fedele viene sacrificato? (M P)
9 The Weeknd – Too Late (Cliqua)
Ultimo (per ora) capitolo dell’apparato videomusicale che affianca After Hours, Too Late è l’episodio più osé e spregiudicato (ma anche gli altri non scherzavano), in cui due modelle à la Neon Demon, ancora bendate per un’operazione di chirurgia estetica, prendono possesso della testa decapitata del cantante, la attaccano al corpo di uno stripper e ne abusano sessualmente: nuovi limiti del visibile nel mainstream. Too Late è il punto terminale (o si può andare ancora oltre?) di un discorso senza sconti sulla fama e l’identità, che dopo la dissociazione del sé, ci mostra un corpo ridotto come un Frankestein ad uso, abuso e soprattutto consumo dei fan. (A R)
8 Duck Sauce – Mesmerize (Keith Schofield)
Diciamolo subito: questo è il videoclip più divertente dell’anno, il classico colpo di genio alla Schofield. Per chi conosce bene l’opera del regista il video di Mesmerize si allinea perfettamente con gli standard di assurdità al quale ci ha abituato in passato, sono infatti suoi lavori come Big Bad Wolf e Bike Engine. Non potendo realizzare una versione live action della clip a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, Schofield trasforma la versione animatic, solitamente utilizzata per il pitch, nel videoclip ufficiale. Libero dai limiti degli shooting tradizionali, si sbizzarrisce a creare scenari surreali in cui Morgan Freeman e Bruce Willis dibattono sulla teoria della simulazione insieme a Vin Diesel e Daniel Craig, prima di aprire un portale tra le loro chiappe. Uno spasso! (N M)
7 slowthai feat James Blake, Mount Kimbie – feel away (Oscar Hudson)
Feel away è uno dei video dell’anno. Hudson si è dilettato con diversi piani sequenza straordinari, una storia eccezionale, in alcuni momenti assurda e anche un po’ macabra. Un’inversione di ruoli che ribalta una condizione di genere e riassume in pochi minuti una storia ben più lunga. Personalmente, tutto ciò che è legato a slowthai è solitamente geniale e degno di nota. Il fatto che anche i suoi videoclip raccontino delle storie e scaturiscano delle riflessioni sulla contemporaneità è la componente aggiuntiva che completa la sua definizione di Artista. (M P)
6 Aigel – You’re Born (Andzej Gavriss)
Il 2020 è stato un anno storico e sicuramente verrà ricordato per la durissima pandemia. Fra i grandi eventi internazionali che vanno però annoverati, troviamo anche la riforma costituzionale russa promossa da Vladimir Putin e validata da un plebiscito popolare all’inizio dell’estate. La nuova riforma, entrata in vigore il 4 luglio, consentirà a Putin di ricandidarsi alla presidenza al termine del suo mandato (comunque previsto per il 2024).
Qualche mese prima, a marzo, veniva pubblicato su YouTube You’re Born: nel promo degli Aigel, diretto da Andzej Gavriss, un uomo politico si sottoponeva a un rituale di ringiovanimento, officiato da alte cariche religiose. Il parallelo è chiarissimo e davvero ardito per un Paese in cui la libertà di opinione rischia di essere pagata a caro prezzo.
Il lavoro, oltre alla sua valenza politica e al coraggio che lo sottende, ha il pregio di farsi comunque riflessione universale sulla natura del potere e delle elite, in contrasto con il popolo – diverse le inquadrature concesse a personaggi all’apparenza secondari, ma che costituiscono evidentemente il fulcro del discorso. Esteticamente deve comunque molto all’epoca dorata di Fleur & Manu, quella dei videoclip di Gesaffelstein per intenderci, che su sonorità simili affrontavano la stessa tematica. (A R)