15 Moses Boyd – Stranger Than Fiction (in/out)
Nella classifica dei migliori video dell’anno, un posto va sicuramente a questo video di Moses Boyd, talentuosissimo batterista jazz britannico. La particolarità del video, pubblicato lo scorso giugno, sta sicuramente nel fatto di prestarsi a un genere musicale, il jazz appunto (sebbene declinato attraverso influenze elettroniche e fusion), che raramente si avvale di format di promozione audiovisiva. Suono e ritmo ipnotici e immagini monocromatiche e “glitchate” analogicamente ci trasportano così in una dimensione altra, illuminata dall’energia della musica. (D N)
14 Ferran Palau – Flora + Caic (Pablo Maestres)
Il mito della fenice attraverso gli occhi di Pablo Maestres. Il regista catalano si spinge fino all’estremo nord scandinavo con una piccola troupe, fronteggiando condizioni metereologiche avverse, per realizzare Flora + Caic, breve film accompagnato dalla musica di Ferran Palau. Maestres segue le vicende di tre personaggi immersi nel gelo del freddo nord, le cui storie sono tenute insieme dalla presenza di corvi che al momento della loro morte prendono fuoco, un chiaro richiamo al mito della fenice. Si tratta di un videoclip enigmatico che offre più domande che risposte, colmo di simbolismo e al contempo carico di speranza e un senso di rinascita, che sorprende non solo per il contenuto ma anche e soprattutto per la forma (si veda la coreografia iniziale destabilizzante con la camera che segue il protagonista mantenendo il tracking fisso sul soggetto in movimento). Un video che prende le distanze dall’approccio tipico di Maestres, abituato a gestire shooting ben più controllati, dosando con esperienza set in studio e location esterne, e il risultato finale lo premia di tutti gli sforzi. (N M)
13 Flatbush Zombies – Afterlife (Arnaud Bresson)
È sempre più raro imbattersi in un videoclip che ipnotizzi per le sue caratteristiche estetiche e allo stesso tempo sia in grado di innovare in modo rivoluzionario con nuove tecniche filmiche. È il caso di Afterlife, promo diretto dal francese Arnaud Bresson per il trio rap Flatbush Zombies. Il video sfrutta un effetto che simula i raggi x, risultato di un lavoro di post produzione che ha richiesto quattro mesi di lavoro da parte del team di Machine Molle per arrivare a un prodotto così convincente. La camera si insinua lentamente tra una serie di clichè di genere (stripper, armi, soldi e droga), e poco importa se la narrazione ha un ruolo marginale, tanto basta a rendere questo clip un vero capolavoro di VFX. Il video è valso a Bresson il premio come Best New Director agli UKMVA 2020, a conferma del suo talento come giovane autore, che siamo certi sarà nuovamente protagonista tra queste righe. (N M)
12 Meryem Aboulouafa – Deeply (Zhang + Knight)
Tra il surrealismo delle architettura magrittiane e la metafisica di De Chirico, Meryem Aboulouafa si muove calma tra la solitaria folla, cantando e riflettendo sui conflitti interiori più importanti, più profondi. Zhang + Knight al massimo grado di estetismo, con il rischio di apparire quasi distanti, alieni alla materia. Tutt’altro: il duo costruisce un lavoro che esalta la musica attraverso l’uso virtuoso di luce e colori, movimenti di macchina calcolati al millimetro, teatralità dei gesti, mentre ne esplora il testo meticolosamente. (Alessio Rosa)
11 Solo Ansamblis – Dansingas (Titas Sūdžius)
Una tranquilla quanto spettrale cittadina della Lituania, controllata dall’occhio vigile e armato di un dispotico governatore, viene stravolta dall’arrivo di un misterioso uomo a cavallo dal volto coperto, dotato di poteri che manipolano la fisica, attirando l’attenzione dei cittadini che lentamente si accodano a lui. Il losco figuro sembra essere un elemento di rottura in una società orwelliana, la cui inquietudine è accentuata dall’uso di una fotografia bianca e nera e dal ritmo di marcia dark-postpunk del brano. Un videoclip ostico, ricco di riferimenti alla politica e al complottismo, forse anche in merito alla situazione lituana, come anche al potere dell’arte e soprattutto dell’informazione: non a caso il protagonista alla fine si trasforma in un giornale su cui tutta la popolazione curiosa volge gli occhi sbigottita. (Riccardo Carlino)