Presentiamo la classifica di redazione dedicata ai videoclip internazionali.
20 Bronson – Keep Moving (Stylewar)
In un anno così segnato dall’incertezza, e dalla definitiva perdita di fiducia verso il modello sociale ed economico in cui viviamo, è per forza di cose scontato soffermarsi su ogni video che richiama alla fragilità e alla superficialità del nostro caro sistema (post)capitalista. Quello di Keep Moving è particolarmente efficace nella narrazione dello stereotipo aziendale-finanziario e nella messa in luce della sua inadeguatezza nei confronti di un eventuale sconvolgimento dei paradigmi di base del mercato. Sono oggetti che si accumulano senza avere più spazio, sono corpi che richiamano l’attenzione sulla loro presenza, nell’indifferenza ghignante ma precaria di coloro che credono di avere tutto sotto controllo. (Alberto Beltrame)
19 Califato ¾ – Fandango de Carmen Porter (NONO)
Quella bara sospesa e itinerante, che tanto ricorda Simón del desierto di Buñuel o Entr’acte di René Clair, è l’ultimo viaggio prima dell’abbandono definitivo di una figlia a un padre che non può accettarlo. E da qui comincia il suo di viaggio, solo e in mezzo al sale. Ritualità, misticismo e apparizioni sono la cornice di una sofferenza che sembra non aver fine. Che nemmeno la cecità è capace di placare quando si può ancora sognare e immaginare. Deserti salini per un ritratto in bianco e nero dalla notevole forza visiva.
18 FKA Twigs – Sad Day (Hiro Murai)
Sad Day ci dimostra con chiarezza due cose: la prima è che è altamente sconsigliato sfidare FKA twigs in un duello di wushu (antica disciplina di arti marziali cinese), e la seconda è che Hiro Murai rimane uno dei migliori registi di videoclip in circolazione. In questo video, che segna il ritorno del regista al promo dai tempi di This is America, ritroviamo molta della grammatica di Murai: uno scenario notturno e desolato, il costante passaggio tra diegetico ed extradiegetico, la presenza di elementi stranianti con caratteristiche oniriche. Con questo approccio Murai racconta la storia di un duello – quasi una danza – con le spade per le strade di Londra tra la cantante e un uomo misterioso, combattimento che rappresenta per twigs il culmine di anni di formazione sotto la guida di Master Wu del Shaolin Wushu Centre, a dimostrazione di quanto l’artista si immerga completamente nei suoi progetti personali, mostrando una dedizione ammirevole. (Nicola Marceddu)
17 Dear Criminals – Lala (Fred Gervais-Dupuis)
Un videoclip piuttosto creepy, ma molto interessante. Un bianco e nero che vede come protagonista un bambino smarrito e dagli occhi profondi che vaga tra alcuni edifici abbandonati. Il bianco della neve rende tutto ancora più misterioso, così come sono misteriose le figure che si susseguono durante il corso del video. Fantasmi? Ricordi? Immaginazione? Tutto svanisce al minimo contatto. Tutto lo conduce ad un’amara verità. (Marika Palumbo)
16 Kelly Lee Owens feat. John Cale – Corner of My Sky (Kasper Häggström)
Il Triangolo delle Bermude del pancarré. Una porta spazio-temporale travestita da tostapane e che, forse, funziona bidirezionalmente, connettendo tempi e luoghi diversi. La fisica quantistica potrebbe riuscire a dare una spiegazione di questa riuscita collaborazione tra Kelly Lee Owens, John Cale e Michael Sheen. Di sicuro non guarderemo più allo stesso modo una fetta di pane che dovesse capitarci tra i piedi, per strada! (Donata Napoli)