Vincenzo De Luca non sarà felice di questa lista, ma Halloween è un’occasione troppo golosa per sprecarla senza una selezione di Tema Libero. Quest’anno, date le ultime misure di sicurezza attuate dal governo, non ci saranno molte occasioni per festeggiare, dunque c’è tutto il tempo per godersi una lista di video a tema.
Sarebbe stato troppo semplice (o forse difficile?) creare una selezione dei videoclip più spaventosi di sempre, quindi come al solito ci concentriamo su qualcosa di molto specifico: a sto giro scheletri, dal classico Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers fino al recente Afterlife dei Flatbush Zombies.
The Chemical Brothers – Hey Boy Hey Girl (Dom & Nic, 1999)
Dom & Nic, assidui collaboratori dei Chemical Brothers, firmano nel 1999 l’ennesima pietra miliare della videografia del duo. Nella clip seguiamo una bambina durante una gita scolastica presso il Museo di Storia Naturale di Londra. Qui, affascinata dalle strutture scheletriche degli animali esposti, comincia a sviluppare una strana ossessione per le ossa che compongono gli scheletri. Ossessione che l’accompagnerà fino all’età adulta, dove sul dancefloor di un club si getterà in mezzo a decine di scheletri che ballano.
Robbie Williams – Rock DJ (Vaughan Arnell, 2000)
Al centro di una roller disco, ovvero una pista di pattinaggio adibita a discoteca, Robbie Williams da sfoggio delle sue doti da ballerino sotto la direzione di Vaughan Arnell mentre un gruppo di ragazze gli pattina intorno. L’ex Take That si esibisce in uno strip tease cercando disperatamente di attirare l’attenzione della DJ, qui interpretata da Lauren Gold, modella e attrice inglese, ma ad ogni capo che si sfila suscita solo indifferenza. Nel tentativo disperato di conquistare la ragazza finirà con lo strapparsi di dosso tutta la pelle e i muscoli, lasciando in pista solo il suo scheletro ballerino.
Daft Punk – Prime Time of Your Life (Tony Gardner, 2006)
I Daft Punk affidano il videoclip di Prime Time of Your Life a Tony Gardner, makeup effect designer e puppeteer con lunga esperienza nel cinema. Gardner ha infatti cominciato nel settore lavorando sul set di Thriller di Michael jackson, per poi farsi strada ad Hollywood e dare il suo contribuito a pellicole come Blob, La Famiglia Addams e Hocus Pocus. Nel 2006 mette il suo talento al servizio del duo francese, ciò che ne risulta è un videoclip inquietante e grottesco, che mette in scena la vicenda di una bambina costretta in un mondo popolato da sole figure scheletriche ad esclusione di lei. La frustrazione la porterà ad un gesto estremo nel finale del video.
The Killers – Bones (Tim Burton, 2006)
I Killers cantano “Don’t you feel my bones on your bones?” mentre due scheletri si rincorrono su una spiaggia. La regia di Bones è affidata a Tim Burton, uno che sul tema scheletri ha un curriculum decisamente impressionante (basti pensare a Nightmare Before Christmas o La Sposa Cadavere). Burton, al suo debutto nel videoclip, abbozza una storia d’amore tra due giovani ragazzi senza lasciarsi sfuggire diverse citazioni a classici hollywoodiani, da Lolita a Il Mostro della Laguna Nera.
Friendly Fires – Skeleton Boy (Clemens Habicht, 2009)
Camera fissa, unica location e un elemento visivo semplice e vincente sono al centro di questa clip dei Friendly Fires diretta da Clemens Habicht. Il regista, attraverso un’ingegnosa trovata che sfrutta un ambiente molto scuro, delle piccole palline di polistirolo e delle tute nere con elementi adesivi, “trasforma” lentamente i membri della band in scheletri. Un costume che non sfigurerebbe tra i membri del Cobra Kai di Johnny Lawrence.
Flatbush Zombies – Afterlife (Arnaud Bresson, 2020)
Perla videomusicale di quest’anno disastroso firmata da Arnaud Bresson e prodotta dalla francese Division. Afterlife sfrutta un lavoro di vxf realizzato in post produzione che ha richiesto quattro mesi di sforzi per raggiungere il risultato che vediamo sullo schermo: silhouettes di persone come fossero osservate attraverso raggi X impegnate in situazioni classiche dell’immaginario hip hop, dal sesso facile degli strip club alle armi, che qui acquistano nuovo fascino grazie all’innovativo approccio di Bresson.