Fotoromanzi – Il classico senza classicismi, una rubrica di Alberto Beltrame
Essere Mauro Repetto
vincere la lotteria senza biglietto
sputtanarsi in un sogno maledetto
per scoprire di non avere un prezzo…
Nel precedente “Fotoromanzo” avevamo parlato del videoclip di una canzone tratta dall’ultimo album targato 883. Quando ormai quel marchio era diventato obsoleto, in quanto gli 883 erano sostanzialmente il solo Max Pezzali. Però la storia del gruppo fu molto differente all’inizio. Soprattutto per la presenza di un elemento chiave: Mauro Repetto.
Quello che per tanti era solo il biondino che ballava degli 883, in realtà fu fondamentale per la nascita e il successo del gruppo. Mauro Repetto non solo era il co-autore dei testi: Mauro Repetto era lo sfacciato ragazzino che bussava alle porte delle case discografiche e che non la smetteva fino a quando non veniva preso in considerazione. Senza di lui Max Pezzali avrebbe continuato a scrivere e suonare nel suo garage senza che nessuno mai avrebbe potuto scoprire il suo potenziale.
Il problema era che Mauro Repetto non sapeva suonare nessuno strumento. Il problema era che Mauro Repetto non sapeva cantare. Il problema era che una volta sul palco Mauro Repetto non sapeva assolutamente cosa fare : Mauro Repetto ballava. E ballando cercava il senso della sua presenza, il senso del suo far parte di un gruppo musicale.
Ballando dava sfogo a tutta la sua anarchica energia, a volte seguiva il ritmo e altre volte no, dettando inesorabilmente il suo statuto di spalla goliardica in quello che stava diventando il gruppo pop più celebre per gli adoloscenti degli anni ’90. Ma questo non poteva bastargli, lo rendeva triste e fuori contesto. Cosí nel 1994 decise di lasciare il gruppo, di abbandonare il suo caro amico Max per buttarsi in qualcosa di completamente diverso.
Più o meno la storia è questa: Mauro Repetto vede in tv una modella di nome Brandi ed è amore a prima vista. Decide che per conquistarla é disposto a qualsiasi pazzia, come mollare il gruppo che lo sta rendendo malgrado tutto ricco e famoso – ma allo stesso tempo profondamente triste – per lanciarsi nella carriera di regista cinematografico. Regista di Hollywood.
Vuole fare un film con Brandi protagonista e se ne va in America per tentare il colpo con i tanti soldi che aveva fatto negli anni precedenti. Tanti soldi che fanno gola pure a colui al quale si affida per mettere in piedi il progetto: un avvocato che lo prosciuga e lo lascia negli States senza una lira nemmeno per un biglietto di ritorno in Italia. Sarà il vecchio produttore e amico Claudio Cecchetto che lo andrà a recuperare per riportarlo in patria. E sarà lo stesso Cecchetto che nello stesso anno produrrà il suo primo e unico album solista nel quale ci sarà anche una canzone autobiografica Brandi’s smile a raccontare questa grande avventura finita male.
Brandi’s smile é uno dei due singoli estratti dall’album ZuccheroFilatoNero, coraggioso quanto poco riuscito tentativo del nostro eroe di tornare alla musica. Per accompagnare la canzone crea una sorta di montaggio d’immagini d’archivio, mentre il solo vero videoclip realizzato sarà per l’altro singolo Baciami qui. Un videoclip che é il suo testamento nel mondo della musica in quanto in questo singolo Mauro Repetto è cantante, compositore, paroliere e pure regista e attore protagonista del video.
Cosí nel giro di un anno passa da ballerino perduto nei palchi di tutta Italia ad artista poliedrico con ispirazioni internazionali. In questo singolo, accompagnato come in altre traccie dell’album da Francesca Touré futura voce dei Delta V, racconta un’altra “storia alla Repetto” tra romanticismo e follia, tra sogni e perplessità.
Ecco, ZuccheroFilatoNero diciamo che non ha il successo che forse avrebbe meritato e non vende praticamente nulla. Cosí Mauro Repetto deve ancora una volta reinventarsi e lo fa partendo per Parigi. Ora, per quanto riguarda questo passaggio della sua vita, le leggende sono davvero tante. In particolare non è vero, come ci sarebbe piaciuto credere, che fosse colui che ballava dentro il pupazzo di Pippo a Disneyland. La sua storia è un po’ più complessa e la realtà è che lui a Disneyland a lavorare ci va davvero e partendo dai piani bassi riuscirà a diventare manager e designer. Per poi, ovviamente, mollare tutto e rinascere di nuovo nel mondo del teatro. Nuovo profeta dei tempi moderni e orgoglio nazionale da esportazione in quel di Parigi.
E a noi cosa rimane di Mauro Repetto? Un uomo coerente alla sua incoerenza. Alla continua ricerca di sé, senza paura di buttare nel cesso il biglietto vincente della lotteria. Rispetto.