«Volevo fare qualcosa di spaventoso, che è qualcosa di molto difficile. Creare un film in cui qualcuno viene fisicamente penetrato dalla propria ansia. In modo dolce, con molto amore e con la possibilità di guarire»: così Martin De Thurah descrive il suo ultimo videoclip, Color Me, frutto della collaborazione con Active Child. Lo sguardo inconfondibile del regista danese si posa sulla depression di una donna di mezz’età, che incontriamo ad una cena borghese, resa claustrofobica dal bianco e nero più nero che bianco che contraddistingue il clip.
È in un piatto di minestra che la protagonista incontra l’abisso: un vortice nero che la trascina ad un doloroso e misterioso incontro con sé stessa e le sue paure. Penetrata dalla sua ansia, per dirlo con il regista, la donna cade in volo come un meteorite attraverso un cielo metafisico dove fluttuano automobili e si incrociano statue e quadri di ispirazione classica. Nel finale, poi, la protagonista si fonde con il paesaggio e interroga lo spettatore guardando in camera in quello che più che un fotogramma sembra un’incisione romantica.