Allucinato viaggio nella realtà distorta di Hong Kong: sui synth di Geiger (Room One), singolo del duo inglese Low Spirit, Thomas Brett manipola una ripresa della metropoli asiatica in una sorta di scannerizzazione 3D precaria, tra glitch e data moshing psichedelici.
«Il video è stato girato durante le prime settimane di protesta a Hong Kong», riferisce il regista a Nowness, «molte delle strade in cui ho girato il video erano inquietantemente vuote. Il video inizialmente doveva essere come un’istantanea di un periodo di transizione per la città e la sua gente», prosegue Brett, ma «con il progredire del lavoro sull’animazione, i quartieri vuoti di Hong Kong sono arrivati a significare un’ulteriore transizione, che ha rapidamente pervaso il mondo».
Il processo creativo dietro al video segue pari passo quello del brano, creato a partire da alcuni campionamenti realizzati dai musicisti nella città fantasma di Pryapat, nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl: dalla registrazione di uno stato di abbandono o semi-abbandono, gli artisti passano poi ad un’elaborazione digitale, dove la tecnologia genera suono e immagini attraverso algoritmi.
Qualche settimana fa è uscita una seconda versione del brano, intitolata Geiger (Room Two), accompagnato anche in questo caso da un video di Thomas Brett. Impiegando lo stesso stile, il clip si concentra sul contrasto tra natura e industria e sull’infinitesimale.