Fotoromanzi – Il classico senza classicismo, una rubrica di Alberto Beltrame
In conclusione di questa stagione, prima della pausa estiva, abbiamo scelto come ultimo “fotoromanzo” un video del gruppo vacanziero per eccellenza: i Righeira. In particolare una canzone e un videoclip che si sposano perfettamente con il nostro status economico attuale: No tengo dinero. Per questa prima estate post-covid dove le vacanze sono un miraggio oppure una soluzione di ripiego a ben altri progetti.
Oltre a questo, il promo della canzone rappresenta anche una tendenza molto in voga in questo periodo di mezzi e spazi limitati, ovvero l’utilizzo dell’animazione. Uno stile che alleggerisce un video che solo in apparenza è allegro e spensierato, ma che in realtà nasconde citazioni “rosselliniane” a Luciano Serra pilota (inconfondibile il faccione di Amedeo Nazzari nel film di Goffredo Alessandrini) e ad alcuni spezzoni di documentari degli anni Trenta, oltre che un riferimento a Mondrian sia citandolo direttamente sia strutturando l’intero video su quelle geometrie. Così, tra passato e scenari futuristici, danno vita al video che più rappresenta gli anni Ottanta e il suo stile innovativo e manieristico allo stesso tempo.
Gli anni Ottanta in Italia sono stati il regno incontrastato della Italo-disco. La celebrazione e l’evoluzione in chiave italiana della musica che aveva spopolato dalla seconda metà degli anni Settanta in tutto il mondo. Le discoteche che avevano preso il posto delle balere, la musica elettronica che aveva destrutturato la Disco Music. Soprattutto il Made in Italy da esportare senza farsi troppo notare, cantando in lingua straniera e uscendo dalle strette maglie della melodia all’italiana.
I pionieri e protagonisti assoluti di questa âge d’or dell’elettronica in Italia sono Carmelo e Michelangelo La Bionda. I due fratelli che, dopo aver scritto e suonato nel corso degli anni Settanta per Ornella Vanoni, Ricchi e Poveri, Bruno Lauzi e pure Fabrizio De André (fanno parte dei chitarristi che incidono Volume 8), decidono di buttarsi in qualcosa di completamente diverso e danno inizio alla rivoluzione dance italiana.
Oltre ai grandi successi internazionali delle canzoni incise come La Bionda (tra cui la mitica One for You, One for Me), scrivono e producono per Amanda Lear e tanti altri, oltre che comporre le colonne sonore di alcuni dei film più celebri di altri due fratelli che hanno fatto la storia della cultura popolare italiana, ovvero Sergio e Bruno Corbucci. Gli studi di registrazione che fonderanno a Milano (i Logic Studios) negli anni Ottanta ospiteranno tra i tanti Depeche Mode, Rihanna, Simple Plan o Ray Charles.
Eppure il ricordo più forte dei due fratelli La Bionda rimane proprio la loro collaborazione con i Righeira. Produttori ma anche arrangiatori dei loro brani, ne faranno la perfetta prosecuzione musicale del loro stile creato alla fine del decennio precedente: sintetizzatori, ritmo e ironia. Questa volta il successo arriva con lo spagnolo, uno spagnolo basico ma efficace che colpisce nel segno senza troppi giri di parole. Invece, come già detto, molto più elaborato il videoclip di No tengo dinero, che sembra essere la diretta conseguenza di un altro video creato dai due fratelli un paio di anni prima.
Infatti, nel 1981 viene realizzato un promo per I Wanna Be Your Lover, una delle grandi hit dei La Bionda, che è proprio un’animazione futuristica. Il videoclip, decisamente influenzato dai tanti prodotti giapponesi della Toei Animation che stavano riempendo sempre più i palinsesti della Tv italiana, rappresenta un piccolo gioiello nella cultura videomusicale italiana del passato (soprattutto negli ancora grezzi anni Ottanta) che sempre ha snobbato il lavoro d’animazione.
I Righeria sono gli anni Ottanta. I Righeria sono l’estate. I Righeira sono il ricordo stesso che quell’epoca e quell’ “estate è finita”. Tutto scorre pur tornando eternamente, la ripetizione delle stagioni e delle situazioni che rende immortali gli attimi vissuti. Immagini, suoni, sensazioni. Tutto si fonde in una continuità intollerante al principio della fine. E così possiamo ancora vivere un’estate come le altre, nell’abbandono totale al sole e al sale. E così non possiamo che chiudere con l’augurio di tornare in spiaggia, con il “quasi videoclip” della canzone più conosciuta dei Righeira, tratta dallo stesso album (il primo, d’esordio del 1983) di No tengo dinero, ovvero Vamos a la playa. Per rivederci poi quando l’estate finirà, un anno se ne starà andando e ancora non ci andrà di diventare grandi.