Nicolás Mendéz, spesso confuso col nome di CANADA, la casa di produzione che ha fondato assieme a Lope Serrano e al fuoriuscito Luis Cerveró, ha segnato un’epoca videomusicale intera con i suoi video caleidoscopici, esuberanti, citazionisti, esaltanti nella cura dei dettagli, nella ricchezza della proposta visiva; resi accattivanti da accostamenti improvvisi e geniali, dai doppi sensi, da sprazzi surrealisti brucianti. Videoclip chiaramente ambiziosi, e marcati non senza eccessi (ma anche con autoironia) da una certa quale autoreferenzialità, sfogata nei titoli di coda sempre curati e abbondanti (qui praticamente un terzo del video sono titoli di coda).
Nonostante l’energia e la creativà dei primi anni dieci siano andate affievolendosi video dopo video, ogni lavoro di Mendéz è di per sé un evento, non può lasciare indifferenti. TKN è il suo terzo lavoro per Rosalía – fece doppietta con Pienso en tu mirá e Malamente due anni or sono – e il primo per Travis Scott.
Il tema della lealtà e della famiglia evocato nelle lyrics viene declinato attraverso l’infanzia, immaginando una banda di bambini enorme, che è anche corpo di ballo, in una sorta di versione utopica de Il signore delle mosche ambientato però in un sobborgo tipicamente statunitense, portandosi tutto il carico del cinema per ragazzi anni ’80.
Le scene di massa sono coreografate stupendamente. Gli accenni di trama buttati lì? Pura signature. La composizione dei quadri e i movimenti di macchina oppure ottici la solita gioia per gli occhi. Forse l’unico appunto si potrebbe fare su Scott, che sembra un po’ un corpo estraneo alla vicenda. Un difetto, infine. Un difetto, per fortuna c’è un difetto!