Gli anni Ottanta, come è ben noto, rappresentano il decennio che ha maggiormente favorito la diffusione del music video come mezzo promozionale. I fattori che hanno reso possibile il dilagare di questo nuovo fenomeno culturale sono molteplici: parte del merito va sicuramente a MTV, canale tematico nato nel 1981 che ha dato una “casa” a questa nuova forma di audiovisivo, ma anche lo sviluppo tecnologico ha la sua parte di responsabilità. La crescente copertura del cablaggio della tv via cavo contribuì a una diffusione capillare capace di raggiungere i centri abitati più periferici, ma non solo: nuove soluzioni grafiche, che venivano affinate proprio in quegli anni, sono state il fertilizzante che ha poi permesso lo sviluppo di nuovi linguaggi visivi.
A beneficiare di questo sviluppo tecnologico furono ovviamente molti settori, non solo le produzioni videomusicali. Tra questi anche i videogames, che in quegli anni raggiunsero il culmine della cosiddetta età dell’oro, periodo seguito dalla nascita della terza generazione di console, con la produzione di nuovi sistemi come il NES e il Sega Master System, due pilastri dell’intrattenimento videoludico casalingo.
Una volta entrato nelle case, il videogioco inizia a contendersi quella stessa fetta di mercato a cui punta il music video: gli adolescenti. Due settori che, nonostante siano in lotta per guadagnarsi l’attenzione dello stesso target, riescono a convivere serenamente in un mondo al quale i ragazzi hanno accesso esclusivo, fatto di un linguaggio contaminato dagli input di quegli stessi media. Se Madonna e Micheal Jackson sono i protagonisti della tv, Donkey Kong e Super Mario dominano gli schermi delle console.
Col trascorrere degli anni e la sempre crescente domanda di nuovi titoli, i videogiochi sviluppano la necessità di evolversi e costruire nuovi mondi, plasmati spesso sulle note di colonne sonore che ne diventano elemento caratteristico e distintivo (vedi la serie Grand Theft Auto). Ci sono serie ormai storiche le cui soundtrack hanno assunto un ruolo talmente importante che è impossibile non associarle ai titoli di cui hanno fatto parte. Ancora oggi per me è impossibile pensare a FIFA ‘98 senza canticchiare Song 2 dei Blur.
I videogames, per l’importanza assunta, diventano una vetrina per tutti i nuovi brani da lanciare sul mercato. Non sono più le case di produzione di videogiochi ad aver bisogno di musica per offrire un’esperienza completa ai gamers, ma le stesse case discografiche a riconoscere l’importanza di certi titoli videoludici e volersi ritagliare un posto al loro interno per promuovere i loro artisti.
Finisce così, per via di questa connessione che ancora oggi li lega, che i videogiochi entrano letteralmente nel videoclip. Sono infatti molti gli autori del promo che si sono ispirati, per storytelling o estetica, ai videogames del passato. Oggi vi proponiamo una decina di quelli che abbiamo ritenuto più interessati.
Queen – Invisible Man (Rudi Dolezal, Hannes Rossacher)
I Queen sono i villain protagonisti di un videogame chiamato appunto The Invisible Man. Nel promo diretto da Rudi Dolezal e Hannes Rossacher la band si aggira per le stanze virtuali della casa di un ragazzino facendo da bersaglio mobile, mentre il protagonista prova con il suo joystick a eliminare ognuno dei componenti. Sul finale Freddie Mercury – vestito come uno degli amici di Griff Tannen – e soci prendono vita uscendo dalle ante di un armadio dando vita a una sorta di concerto privato all’interno della camera del ragazzo.
Red Hot Chili Peppers – Californication (Jonathan Dayton, Valerie Faris)
Californication è probabilmente il videoclip più noto di questa lista. All’inizio del nuovo millennio i Red Hot Chili Peppers affidano la regia di gran parte dei loro singoli in uscita alla coppia Dayton e Faris, compresa la title track dell’album. Il video che accompagna il brano è un infinito richiamo a videogiochi celebri come Tomb Raider, Grand Theft Auto e Resident Evil. Inizialmente ognuno dei componenti della band è protagonista di un universo videoludico separato dai restanti membri, ma in alcune occasioni i loro destini si incrociano con connessioni improbabili e spesso surreali. Miglior regia agli MTV VMA del 2000.
Sia – You’ve Changed (Dennis Liu)
Prima dell’immenso successo raggiunto con Chandelier, Sia non aveva paura a mostrarsi in video e, a quanto si può vedere in You’ve Changed, si divertiva anche parecchio. Il video diretto da Dennis Liu vede la cantante protagonista di un videogioco fittizio chiamato You’ve Changed, molto simile a Let’s Sing, in cui bisogna accumulare il maggior punteggio con il karaoke del brano. L’approccio artigianale alla costruzione del set e di tutti gli elementi che si muovono al suo interno ricorda certe soluzioni Gondriane del passato.
Tokyo Police Club – Hot Tonight (Jared Raab)
I Tokyo Police Club si ritrovano all’interno di un bar per trascorrere una serata insieme mentre la loro versione 8bit popola gli schermi dei cabinati di videogiochi arcade presenti nel locale. Nel promo diretto da Jared Raab si riconoscono molti titoli fittizi che fanno il verso a grandi classici del passato, da Maniac Mansion a Street Fighter.
Moby – Wait for Me (Maik Hempel)
Senza dubbio il video più deprimente di questa lista. Il protagonista di un videogame dalla tipica grafica in stile 16bit si prepara ad affrontare la normale routine quotidiana, ma la sua giornata verrà sconvolta da una serie di sfortunati eventi. Nel tragitto che lo conduce in ufficio affronterà diversi pericoli, causando il ritardo che lo porterà a esser licenziato. Una volta tornato a casa la moglie lo lascerà senza alcuna spiegazione, l’ultimo dolore che lo porterà a togliersi la vita.
Hot Chip – Don’t Deny Your Heart (Peter Serafinowicz)
Sul tour bus i videogiochi sono spesso una costante e il video che accompagna Don’t Deny Your Heart degli Hot Chip ne è una conferma. Quella che inizia come una normale partita di calcio tra Manchester City e Manchester United si trasforma presto in uno scontro surreale in cui i giocatori iniziano ad amoreggiare e vengono risucchiati in un vortice che forma due gigantesche forme umanoidi.
Architecture In Helsinki – Do The Whirlwind (Paul Robertson)
L’animatore e pixel artist Paul Robertson firma questa clip degli Architecture in Helsinki del 2005 in cui una serie di character molto particolari che qui rappresentano la band popolano le strade di una città colma di riferimenti giapponesi per arrivare ad una challenge musicale.
The Fjords – All In (Line Klungseth Johansen, Øystein Moe)
Torniamo al live action mantenendo il focus sul tema dei videogiochi con gli scandinavi The Fjords. Il protagonista di All In è un adolescente che costruisce uno strano zaino con una console NES al quale è collegata una Zapp Gun. Il ragazzo si addentra in un bosco e qui trova un gruppo di ragazzi più grandi che trascorrono la serata davanti a un chiosco. Il piccolo gamers estrae la pistola e inizia a sparare contro ognuno dei presenti, dando nuovi poteri alla sua arma ogni volta che cambia la cartuccia della console.