Portraits è la nostra serie di interviste con i migliori registi italiani di video musicali un format originale, creato da Videoclip Italia e pensato per la lingua inglese (qui trovate la raccolta di tutte le interviste). Il nostro obiettivo è dare quanta più esposizione possibile ai registi italiani, dando voce alle loro ambizioni e al loro punto di vista, avvicinandoli al pubblico internazionale.
Cerchiamo di farlo perché siamo convinti che meritino più riconoscimento.
Dopo aver intervistato Ground’s Oranges, Cinepila e Bendo – tutti e tre collettivi -, abbiamo deciso di intervistare un regista che lavora in proprio, spesso anche come DOP e montatore dei suoi videoclip. Enea Colombi (Vimeo, Instagram) va certamente annoverato tra gli astri nascenti della videomusica italiana, ha cominciato giovanissimo e in pochi anni si è affermato come una delle firme più richieste in Italia.
BIO
Uno tra i più giovani e promettenti registi italiani, inizia la propria carriera a 16 anni quando realizza i primi videoclip musicali per la scena rap italiana, mentre a 18 firma il suo primo contratto con Universal Music. Da quel momento diventa la firma di molti video di grande successo in Italia. I suoi lavori si confermano ogni volta innovativi e forti di un’estetica internazionale.
Enea è regista e DOP, appassionato di architettura: i suoi lavori sono spesso caratterizzati da un’attenzione maniacale sulla scelta delle location volta a creare un dialogo tra corpi e ambiente. Ultimamente ha collaborato con brand come Kappa, Diesel, Fratelli Rossetti, Alviero Martini. Ha ricevuto 4 nomination durante l’ultima edizione del Milano Fashion Film Festival vincendo nella categoria “ Best brand “ con il cortometraggio per Fantabody. È stato inserito nella top 20 dei registi da seguire da I-D nel 2020.
CHE COS’È UN VIDEOCLIP
«Il videoclip è il mezzo tramite il quale la musica assume una forma visiva , le immagini accompagnano il suono ed il suono da vita alle immagini, è il punto d’incontro di due linguaggi differenti che formano nuovi codici ed espressioni.
Per me è stato il mezzo tramite il quale sono riuscito a dare una forma a tante immagini che ho sempre avuto in testa. Avendo iniziato molto giovane ho un po’ una predilezione verso questa forma di comunicazione: è stata la prima a darmi la possibilità di esprimermi e per questo ci sono molto affezionato e ne rimango attratto».
GENERI
«Amo il videoclip sotto ogni sua forma ed espressione di conseguenza non mi piace ragionare per genere, preferisco creare dei crossover: ho una fascinazione verso il concettuale, trovo interessante esaltare l’estetica di certi artisti tramite playback ma allo stesso tempo trovo intrigante la narrativa.
Basti pensare ad un playback di un artista basato su un concetto forte oppure un videoclip concettuale ma con una forte componente narrativa lineare, mi piace quando si creano contaminazioni e più elementi si mischiano come una chimera».
APPROCCIO
«Molto spesso sono gli artisti stessi che richiedono la mia regia, cerco sempre un dialogo e un punto di incontro, quando la nostra visione coincide e le nostre idee risultano compatibili il processo di scrittura e approvazione è sempre più veloce e spontaneo, altre volte è più difficile trovare punti d’incontro».
WORKFLOW
«Quando ricevo il brano su cui lavorare, in una prima fase, mi lascio trascinare quasi sempre dalla melodia e non dal testo, cerco di capire attraverso le sonorità e la tonalità di voce quali emozioni e immagini vengono evocate nella mia testa, in una seconda fase leggo ricercando parole chiavi e temi principali che possano fungere da collante e dare una direzione più precisa al videoclip.
Durante la fase di stesura uso molte immagini, creo dei moodboard quasi sempre senza link o reference di altri videoclip, per me è molto importante creare un universo visivo e che l’artista non sia influenzato da immagini di altri videoclip (spesso quando si lavora per reference è difficile disancorare la visione della committenza da certe immagini).
Utilizzo spesso fotografie, quadri, arti performative, altre volte invece elaboro e traggo spunto da opere letterarie o documentari, non ho un modus operandi univoco e non ho una formula che possa funzionare a livello universale: ogni volta cerco di trovare il miglior approccio in base all’artista con il quale mi trovo a collaborare».
IL TUO VIDEOCLIP MIGLIORE
«Sono molto autocritico verso il mio lavoro, non ho un videoclip che reputo perfetto e che mi soddisfi al 100%, ad oggi se dovessi scegliere il mio miglior lavoro credo che sceglierei Famoso di Nto. Questo perché sono riuscito a far coesistere sullo stesso piano tre vari elementi: una narrativa, ovvero una trama che si svolge; un concept, essendo un videoclip concettuale nella sua linearità; e un playback, che si discosta dalla solita idea di playback, perché evoca anch’esso certe sensazioni, soprattutto grazie al controluce in stile tramonto. Penso che il video sia abbastanza uniforme, sia riuscito insomma nel congiungere questi diversi aspetti».
LA COSA MIGLIORE DI QUESTO LAVORO
«L’aspetto che amo di più del mio lavoro è che si è costantemente in contatto con persone e idee differenti tra loro, è un ambiente molto dinamico e tutto cambia molto in fretta, si hanno sempre nuovi stimoli. Con il tempo si sono formati rapporti di amicizia e di fiducia reciproca, soprattutto con il team di Borotalco.tv, cui mi sono affidato per quasi tutti i miei videoclip.
Considero fondamentale lavorare con persone che si stimano e di cui si conoscono i gusti a vicenda, in questo modo si riesce a lavorare molto più in sintonia e si arriva a realizzare un’opera corale. Mi piace infatti tantissimo lasciare spazio di espressione ai miei collaboratori nel loro specifico campo».
Credits
Intervista di Alessio Rosa
Progetto grafico: Agostino Toriello (@mos4ico)
Traduzione editata da Kendall Bendheim