Nell’immaginario comune appare come un ambiente arido e inospitale, ma nel mondo della musica il deserto è stato il fertilizzante che ha alimentato l’ispirazione di una lunga serie di artisti. Tra le sue dune sono state scritte pagine di storia, come la nascita dello stoner rock intorno all’inizio degli anni Novanta.
Nemmeno i maggiori esponenti dell’epoca d’oro del videoclip sono stati immuni al suo fascino: Stéphane Sednaoui, Jonathan Glazer e Chris Cunningham sono tutti passati attraverso quegli scenari immobili e desolati che hanno fatto da sfondo ad alcuni dei migliori promo della storia.
Di seguito i dieci titoli che abbiamo ritenuto più caratteristici.
Kyuss – Green Machine
Il deserto, soprattutto nell’immaginario dei musicisti, rappresenta il luogo in cui è nato lo stoner rock, è dunque d’obbligo iniziare con la band che più di tutte spicca nella genesi di questo genere musicale. Il promo che accompagna Green Machine alterna immagini della performance della band immersa nel deserto del sud della California ad altre che dipingono un mix di vari scenari sempre legati a Palm Desert. Le vendite di Blues for the Red Sun, l’album di cui fa parte questo singolo, si arrestarono quasi subito dopo la sua pubblicazione, ma in seguito all’uscita del videoclip nel 1993 la band cominciò a spiegare le ali verso la conquista del mondo.
Red Hot Chili Peppers – Give It Away (Stéphane Sednaoui)
Per il videoclip di Give It Away i Red Hot Chili Peppers sono alla ricerca di un regista che sia in grado di allontanarsi dall’estetica e i trend legati alla MTV di quegli anni, fortemente distintivo e capace di produrre un’idea originale. Dopo la visione di innumerevoli reel la band decide di affidarsi al bianco e nero del francese Stéphane Sednaoui. Il regista elimina qualunque influenza esterna e si focalizza principalmente sulla band, cospargendo tutti i componenti di vernice acrilica (idea di Sednaoui presa da un suo precedente shooting fotografico) per piazzarli in mezzo al deserto e farli danzare selvaggiamente. Il risultato è uno dei promo musicali più distintivi di sempre, capolavoro dell’età d’oro del videoclip e vincitore del Breakthrough Video agli MTV VMA del 1992. La collaborazione tra i Red Hot Chili Peppers e il regista francese proseguirà con la clip di Scar Tissue, una sorta di capitolo conclusivo sul tema del deserto.
Madonna – Frozen (Chris Cunningham)
Frozen è il video che segna la prima (e unica) incursione di Chris Cunningham nel mainstream musicale. Il genio del regista inglese qui sembra essere contenuto, non al pieno delle sue potenzialità, ostaggio di un mondo che gli va troppo stretto. Questo è dovuto principalmente alla collaborazione con una popstar del calibro di Madonna e il suo staff, per cui entrano in gioco delle restrizioni alle quali il regista non può sottrarsi, non permettendogli di esprimersi con assoluta libertà. A risentirne sarà appunto il video, che, sia ben chiaro, rimane un ottimo lavoro a firma dell’autore inglese, ma non uno dei più memorabili. La clip vede la star mutare più volte in una serie di animali mentre è impegnata nel lip sync del brano in mezzo al deserto del Mojave. Dopo questa esperienza il Cunningham dichiarerà di non voler più collaborare con artisti del panorama mainstream.
Deftones – Minerva (Paul Fedor)
Girato a Salton Sea nel sud della California durante una tempesta di sabbia, il video di Minerva ritrae la band di Sacramento circondata da amplificatori e strumentazione varia, in uno scenario che richiama in parte il Live at Pompeii dei Pink Floyd. Nonostante le condizioni meteorologiche avverse che hanno creato diversi problemi tecnici sul set, Paul Fedor riesce a catturare la magia di cui è colmo questo video, con riprese in slow motion che conferiscono ai Deftones quel carattere epico di cui sono intrisi anche molti dei loro precedenti lavori come Be Quiet And Drive (Far Away) e Change (In The House Of Flies).
Queens of the Stone Age – Make It Wit Chu (Raub Shapiro, Rio Hackford)
Dalle ceneri dei Kyuss nel 1996 nascono i Queens of the Stone Age, che da quel momento continueranno a scrivere la storia dello stoner rock fino ai nostri giorni. La clip, diretta da Rio Hackford e Raub Shapiro nel 2007, si apre con Josh Homme che guida la sua auto verso il Rancho De La Luna, il leggendario studio di registrazione delle Desert Sessions di Joshua Tree, mentre il resto della band è impegnato ad allestire un live per pochi intimi. Durante la performance le note di Make It Wit Chu fanno da sottofondo musicale alle limonate pesanti di alcune coppie presenti.
Radiohead – Street Spirit (Fade Out) (Jonathan Glazer)
Durante quella che viene definita l’epoca d’oro del videoclip il deserto diventa un tema ricorrente anche nei lavori degli autori più ambiziosi. Jonathan Glazer, prima di passare al cinema, è stato uno dei maggiori esponenti di quest’epoca e la clip di Street Spirit rientra tra le sue migliori produzioni. Il regista inglese ambienta il tutto in un deserto alla periferia di Los Angeles, utilizzando delle particolari macchine da presa che gli consentono di isolare singoli elementi in slow motion lasciando inalterato il resto dell’inquadratura. Il risultato è un capolavoro della videomusica anni Novanta.
Alanis Morissette – You Oughta Know (Nick Egan)
Anche Alanis Morissette sceglie il deserto del Mojave come location per il suo You Oughta Know. La clip alterna immagini della cantante che corre e danza in mezzo al nulla ad altre insieme ai membri della sua band, incluso un giovane Taylor Hawkins alla batteria. Il concept non è tra i più memorabili e l’estetica è figlia del trend del periodo, con un largo uso di lenti fisheye, ma in seguito al grande successo della canzone anche il videoclip ebbe il suo periodo di gloria a metà anni Novanta.
Incubus – Make A Move (Marc Webb)
Gli Incubus riprendono l’idea dei Deftones e allestiscono un set tra le dune per girare il video di Make A Move. La canzone è parte della colonna sonora del film Stealth, con Jamie Foxx come protagonista, una pellicola che vi sconsiglio caldamente di vedere: questo promo è infatti la cosa migliore legata ad essa. Marc Webb ricrea una tempesta di sabbia con l’ausilio di ventilatori giganti mentre le immagini del film scorrono su degli schermi che circondano la band.
Shania Twain – That Don’t Impress Me Much (Paul Boyd)
Shania Twain, tutta leopardata, si trova nel mezzo del nulla quando miracolosamente arriva un motociclista che è disposto a salvarla da morte certa e darle un passaggio, ma lei si rifiuta di andare con lo sconosciuto. Voglio dire, siamo nel mezzo del deserto del Mojave, un luogo in cui certamente passerà molta gente, giusto? È questo ciò che probabilmente pensa la cantante e, guarda caso, la sua profezia si avvera quando un giovane camionista uscito dalla copertina di Men’s Health giunge in suo soccorso. Ma no, niente da fare, per Shania non è abbastanza. Altri tre sfortunati subiranno la stessa sorte prima della fine di questa clip diretta, forse non con troppo orgoglio, da Paul Boyd.
The Chemical Brothers – Sometimes I Feel So Deserted (Ninian Doff)
Ninian Doff è uno degli autori più talentuosi degli ultimi anni. Sometimes I Feel So Deserted è la prima collaborazione tra il regista scozzese e i Chemical Brothers, alla quale seguirà poi il video di We’ve Got To Try, il migliore di tutto il 2019 secondo il sottoscritto. Qui Doff mette in scena la storia di una ragazza-cyborg semi distrutta che cerca di sopravvivere in mezzo al deserto mentre viene inseguita da un gruppo di uomini. Quando incontra un suo simile, anch’esso funzionante per metà, i due decidono di unirsi per dare nuova linfa vitale al loro apparato, ribaltando improvvisamente la dinamica cacciatore-preda.