Come ogni anno rinnoviamo il nostro interesse per questa pazza inutile kermesse che è il Festival di Sanremo. L’edizione 2020 targata Amadeus promette un tasso di conservatorismo maggiore rispetto al biennio Baglioni, avendo messo in piedi un cast larghissimo (24 gli artisti in gara) e che include un po’ tutte le categorie: quelli dei talent, gli zombie, la band indie, i boomers del ruock e pure il tenore di scorta.
Dal punto di vista videomusicale questa analisi ci consente una sortita nella produzione “media”, che spesso snobbiamo volontariamente nella nostra limitata opera di schedazione. Come linea editoriale, molto semplicemente, scriviamo di videoclip che ci piacciono, mentre qui finiamo per stroncarne diversi, divertendoci anche un po’ nell’essere cattivelli. Non ce ne vogliano troppo autori e case di produzione, che sicuramente avranno dovuto sorbirsi tutti i tipi di limitazioni creative e produttive possibili. È solo un gioco da non prendere troppo sul serio.