15. Santa Manu – HIT (Simone Bozzelli)
Simone Bozzelli è un altro giovanissimo regista in classifica. HIT è un videoclip classicheggiante con una sua forza iconica – il finto formato televisivo con tanto di logo, Santa Manu al centro del racconto e costantemente mostrata – ma anche un suo discorso concettuale diretto eppur sottile. Inizi più promettenti se ne sono visti pochi.
14. Giorgio Poi – Stella (Danilo Bubani)
Danilo Bubani firma il suo lavoro migliore, il più suggestivo, su questo singolo di Giorgio Poi: i paragoni dolci e impossibili del cantautore ispirano la rottura della quarta parete, in una clip meta dove le premesse cinematografiche – c’è molto cinema d’avventura anni Ottanta-Novanta -, vengono puntualmente disattese un po’ come “la stella che invece è un aereo” delle lyrics. Molto bello anche il finale, dopo i titoli di coda in cui lo spaesato protagonista cerca rifugio nella finzione, nascondendosi nella scenografia.
13. Mòn – Calypso (Giacomo Spaconi)
Sapore di anni Novanta in questa clip che vede l’imperterrito protagonista vagare in una casa surreale, tra paesaggi che scorrono dietro le finestre come fossimo in treno e misteriosi personaggi secondari mentre decòr e playback giocano un ruolo attivo. Ma in Calypso c’è soprattutto una grande scrittura, basti vedere il finale perfettamente costruito e di grande impatto.
12. Lucio Corsi – Cosa faremo da grandi? (Tommaso Ottomano)
La canzone arriva dal mare, finisce fra le reti come una vecchia scarpa. Tra la poesia di un’inquadratura perfetta e l’atmosfera di un romanzo di mare come non se ne scrivono più, con quella fotografia indimenticabile da cartolina ingiallita e simmetrie wesandersoniane. Glam-naif visionario: attendiamo il seguito che dovrebbe uscire a giorni.
11. Gazzelle – Settembre (Andrea Losa, Lorenzo Silvestri)
I Bendo sono una banda di stakanovisti a cui va il merito, nonostante i ritmi lavorativi apparentemente incessanti, di mantenere alta l’asticella della qualità. Fra tutti i bei video di quest’anno, scelgo Settembre, dove il discorso meta che ritrovavamo anche in Stella viene qui portato alle estreme conseguenze in una progressione di scatole cinesi da cui l’artista non riesce ad uscire, intrappolato nella finzione (sia essa la vita da star o l’effetto illusorio di un amore).
10. Dimartino – Giorni Buoni (Ground’s Oranges)
I Ground’s Oranges hanno tirato un po’ il freno a mano quest’anno con un minore numero di produzioni e senza regalare quei picchi cui ci avevano abituati. La clip migliore guarda caso arriva a gennaio, praticamente un anno fa, con questa storia d’amore allucinata, tra tarocchi, diavolerie esoteriche e riti di sangue. L’improbabilità elevata ad arte: in questo nessuno in Italia (e pochi al mondo in generale) sono al livello di Nicolosi & Co.
9. Ntò feat. Nicola Siciliano – Famoso (Enea Colombi)
Enea Colombi è un altro “stakanovista”. Quanti video ha girato? E sempre di ottimo livello! Con un occhio clinico per l’architettura, il giovane regista riesce sempre a trovare chiavi interpretative interessanti per mettere in risalto gli artisti che sotto la sua lente trovano un’immagine spesso fresca e potente. Fra tutti, scelgo in questo caso Famoso: contiene i pregi già citati – lavoro sulle ambientazioni (qui una villa liberty di pura decadenza), luci e styling (controluce memorabile) – che trovano felice comunione con la parabola crepuscolare di un vecchio uomo sull’orlo dell’impazzimento.
8. Liberato – Capri Rendez-Vous (Francesco Lettieri)
Lettieri saluta (per sempre?) la videomusica con la sua prova più ambiziosa e muscolare: cinque videoclip che compongono un piccolo film, sorta di saggio finale prima del salto sul grande schermo. Capri Rendez-Vous racconta la decadenza dell’isola del Golfo di Napoli attraverso usando come espediente la storia d’amore fra un ragazzo del posto e una star del cinema, in una serie di incontri che scandiscono il passare delle decadi. Non tutti gli episodi sono perfettamente riusciti, ma anche solo l’ultimo varrebbe il cosiddetto prezzo del biglietto. Nostalgico come ogni addio.
7. I Quartieri – Siri (Gabriele Ottino, Sharon Ritossa)
Quanto facile era sbracare un video del genere? E invece no, Ottino e Ritossa restituiscono un ritratto credibile dell’adolescenza, utilizzando in modo intelligente e creativo un formato (il video-schermo-dello-smartphone) in odore di stravisto.
6. Oberdan – Scorpione (Cristiano Pedrocco)
Scorpione è un thriller surreale, un vero e proprio trip visionario di retro-fantascienza: roba sfortunatamente rara da queste parti. Del resto pochi registi italiani hanno le capacità per girare clip del genere in modo credibile, ma Pedrocco va sicuramente annoverato tra gli autori più interessanti e originali sulla scena ed è un vero peccato faccia pochi lavori all’anno (senza contare che sembra avere le carte in regola per un salto di categoria verso cinema e/o serie Tv). Premio per il miglior cappello di s-e-m-p-r-e per l’antagonista.