Leggi qui tutte le classifiche dell’anno / Qui l’altra Top 20 a cura di Nicola Marceddu
Il 2019 è proseguito lungo il trend discendente di questa seconda metà degli anni Dieci, saturi di idee già viste, trascinate stancamente, di formule che si ripetono con poche variazioni. Nulla ci impressiona più: è già stato tutto visto, rivisto e stravisto. Insomma non ci sono più i videoclip di una volta, signora mia.
Ma ovviamente con l’acqua sporca non bisogno buttare via il bambino. Gli ottimi lavori non si contanto e pure di videoclip memorabili se ne sono visti eccome anche quest’anno. Qui trovate i miei venti preferiti. Una lista che è palesemente frutto del mio approccio alla materia: mi sono avvicinato ai videoclip per le qualità sperimentali che i migliori lavori narrativi hanno sempre offerto, per cui ci saranno soprattutto promo di questo genere, anziché concettuali o iconici. Questo giuto per chiarire, qualora ce ne fosse il bisogno, il carattere estremamente personale di questa graduatoria che non ha nessuna pretesa di esaustività né tantomeno di oggettività.
Buon divertimento 🙂
20. James Blake feat. Travis Scott, Metro Boomin – Mile High (Nabil)
Come nasce una canzone? Come nasce un videoclip? La clip di Mile High è un viaggio al centro della mente dell’artista, al nucleo essenziale della creatività, che si può trovare dappertutto e che può trasformare ogni momento in un trip. È così che un caffé può diventare il centro di un buco nero, che è in realtà l’iride di un occhio su cui i due artisti posano in modo stereotipato per il loro duetto. Un lavoro meta, tra il serio e il faceto, ma non per questo meno curato nei dettagli. Un piccolo gioiellino da uno dei registi più costanti e convincenti della decade. Are you high bro?
19. Agoria feat. Blasé – You Are Not Alone (Hernán Corera, Walter Cornas, Juan Cavia)
Dall’Argentina con furore. La fotografia più bella dell’anno (35mm firmato da Mariano Monti) e i capelli più incredibili lungo paesaggi desertici mozzafiato: amore, gelosia, morte e (ri)nascita si avvicendano in un triangolo fra centauri sui generis, mentre la violenza, sapientemente, non viene mostrata, ma si fa palpabile nel crescendo di tensione, nei giochi di sguardo orchestrati straordinariamente.
18. Everyone You Know – The Drive (Silent Tapes)
Tanta tecnica e tanta creatività. In The Drive, i Silent Tapes ci portano a spasso con gli Everyone You Know, ma mentre la macchina da presa gira su sé stessa senza soluzione di continuità, quello che succede fuori dai finestrini non torna. La combo perfetta: trovata tecnica più storie da ricostruire attraverso i dettagli. Come ai bei tempi.
17. Stormzy – Sounds of The Skeng (Henry Scholfield)
A fare incetta di premi e classifiche è stato il promo di Vossi Bop, ma personalmente gli preferisco Sounds of The Skeng. Henry Scholfield è ormai assurto nel gotha dei registi di videoclip, tra un successo e l’altro, tra un riconoscimento e l’altro. Questa clip riassume in sé tutta la forza creativa e l’abilità espressiva del nostro, in uno dei sodalizi dell’anno (con il rapper inglese Stormzy). Coreografie, movimenti di macchina e montaggio (soprattuto digitale) veicolano l’intensità delle rime e del beat, mentre non si contano le situazioni messe in scena, accumulando riferimenti e gag a non finire. E pure quando c’è da fare del vecchio sano playback ne esce una soluzione tecnica inedita. Insomma, un video che dà in continuazione, senza risparmiarsi in alcuna sequenza. Ripetiamo: Scholfield al suo massimo livello.
16. Hot Chip – Hungry Child (Saman Kesh)
Se avete dato una scorsa alle top 10 cinematografiche dell’anno, avrete sicuramente letto il titolo di A Marriage Story. In un certo senso Hungry Child ne rappresenta la sua controparte videomusicale, con anche quel tocco indie che ricorda più il Baumbach degli esordi che quello odierno. L’uso narrativo – diegetico! – del brano ha tutti i crismi della genialata, mentre i due affiatati interpreti fanno il resto.