Anche quest’anno si è svolto il Pivi, il premio dedicato ai videoclip italiani indipendenti, organizzato come sempre dal Mei. Solo che nessuno (o quasi) se ne è accorto.
L’edizione di quest’anno si è infatti caratterizzata per una comunicazione esigua, brevità nei termini delle deadline e vero e proprio mistero attorno ad alcuni criteri di selezione. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza ripercorrendo le tappe di quest’anno.
Tutto comincia il 3 settembre, quando esce un comunicato stampa del Mei che annuncia l’inizio della selezione dei videoclip. Il comunicato spiega che da una parte «lo staff del MEI e gli esperti musicali da sempre collaboratori del Premio realizzeranno la lista dei video più importanti dell’anno, usciti tra il 1° Settembre 2018 e il 31 Agosto 2019», mentre dall’altra registi e produttori sono invitati a segnalare i propri lavori entro il 15 settembre. Nell’articolo si poteva inoltre intuire la nascita di una nuova sezione dedicata agli emergenti, ma senza chiare indicazioni circa le restrizioni di questa categoria.
I vincitori
Passiamo al 19 settembre. Quel giorno il Mei annuncia i vincitori: Fulminacci con La vita veramente (diretto da Andrea Santaterra dei Bendo) si aggiudica il premio, mentre Mrs Ayala di Greta (diretto da Stefano Bertelli) vince il premio come “Miglior Emergente”.
Nel comunicato, sono presenti le motivazioni:
Se guardiamo bene, qualcosa si muove, la stasi sociale non è così fissa. Fulminacci riesce a trovare quel piccolo movimento e ci entra dentro con la sua poeticità metropolitana, dandogli spessore: là dove pensavamo ci fosse solo mediocrità, Fulminacci ci vede la vita, veramente.
Ad Andrea Santaterra il merito di aver concretizzato la filosofia Fulminacci con un’idea geniale, la più semplice di tutte: un finto fermo immagine, dove si muove solo la bocca, una tenda, un loop di toast, mentre le aspettative della vita rimangono ferme, quelle sono seriamente immobili. Come i soldi, che poi ‘sti cazzi “a quelli ci pensiamo quando siamo grandi”.
E su questo niente da dire, anzi. La vita veramente è un bel video, basato su un’idea semplice ed efficace e tutto sommato coerente con alcune scelte delle edizioni passate. Lo stesso si può dire del promo di Mrs. Ayala: il comunicato si limita a definirlo come «una sorta di filastrocca messa in video con quella fantasia che solo l’animazione può rendere», noi ci aggiungiamo che si tratta di un’ottima animazione stop motion in cartoncino – una tecnica che ha sempre avuto fortuna al Pivi -, con una storia drammatica raccontata con la stessa levità della canzone.
Il “mistero” della sezione emergenti
Rimane però avvolta nel mistero la sezione del comunicato dedicata ai finalisti e appunto il contesto del premio “miglior emergente”:
Tra gli emergenti che hanno inviato la loro proposta, la giuria – coordinata da Fabrizio Galassi – ha scelto “Mrs Ayala” di Greta, come miglior video emergente.
In collaborazione con MArteLive, il MEI e il PIVI hanno deciso di dare un premio anche ai giovani emergenti che hanno potuto inviare le loro proposte fino al 15 settembre.
Tra tutti i video ricevuti ne sono stati selezionati 6, tra i quali la giuria ha scelto il vincitore […].
Ecco gli altri finalisti:
Postino – Sbagliamo insieme | Capitolo I
Lewisland – Drunk On U
Skom – Nuddu Ca Veni
The Bastards Sons Of Dioniso – Il Falegname
Riccardo Onori – Before We Go
Ora cosa c’è esattamente di strano in questa parte del comunicato? Quello che non torna è la parola “emergente”, nonché il funzionamento dell’intero concorso. Non si sa capisce infatti cosa ci possa essere di emergente nei The Bastards Sons of Dioniso o negli Skom, ad esempio, né vi è riferimento alcuno ai registi nei comunicati, quindi la loro età o il loro curriculum apparentemente non c’entra. Un mezzo mistero, insomma, che ha destato qualche perplessità a diversi addetti ai lavori.
Intervita a Fabrizio Galassi
Per fare chiarezza, abbiamo deciso di fare una chiacchierata direttamente con il coordinatore del premio Fabrizio Galassi. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Innanzitutto da chi era composta la giuria? E come funzionava la categoria miglior emergente?
Quest’anno il PIVI lo abbiamo realizzato utilizzando la giuria ‘interna’, selezionando i video insieme a MArte Live ed Exit Well, sia per quanto riguarda il video vincitore, sia per il miglior esordiente.
Siamo con la testa già alla prossima edizione che vorremmo riportare nella sua forma classica, con le categorie e premi specifici; per un pubblico più trasversale, ai quali far scoprire forme d’arte a loro ‘nascoste’. Per quanto riguarda il miglior emergente, la selezione è stata realizzata con MArte Live attraverso i loro canali, una partnership che va avanti da molti anni.
I cinque finalisti comunicati devono essere intesi come finalisti del premio miglior emergente o del premio vero e proprio, quello vinto da Fulminacci?
I finalisti sono esclusivi della categoria emergente, realizzata con MArte Live.
Come mai così poca distanza tra il termine per inviare i videoclip (15 settembre) e la comunicazione dei vincitori (19 settembre)?
Quattro giorni sono abbastanza per visionare più volte tutti i videoclip, che dovevano avere il 31 Agosto come data ultima di pubblicazione.
Come giuria, teniamo traccia tutto l’anno dei videoclip usciti; così come teniamo particolare attenzione a quelli che ci inviano direttamente registi, etichette o artisti.
Nella categoria unica, come quest’anno, teniamo conto non solo dell’aspetto tecnico, ma anche di quello sociale e culturale.
Mi aspettavo come gli anni scorsi la “shortlist” dei possibili vincitori (di solito 20-30 video) e di scoprire i vincitori solo ad ottobre. Come mai questo cambio?
E’ stata una scelta di tipo di comunicazione legato ad esigenze organizzative. Abbiamo deciso di comunicare tutto insieme; poi l’edizione prossima, come ti accennavo, ritornerà nella sua veste classica.
Osservando la comunicazione su Instagram e Facebook nei giorni del meeting, mi è sembrato ci sia stata poca attenzione sul Pivi da parte dello staff social del Mei: va tutto bene col Mei? C’è comunione di intenti? L’interesse sul premio che coordini ti sembra viva/sufficiente?
Il MEI è il ‘babbo’ del PIVI, non potranno mai essere separati; magari cresceranno in due luoghi differenti, ma si apparterranno sempre.
Un’edizione interlocutoria
Possiamo quindi parlare di un’edizione interlocutoria, costretta dalle contingenze del caso, quelle tipiche di manifestazioni e festival fatti «con passione ed entusiasmo, per “amore” dell’arte», come dice lo stesso Galassi. L’organizzazione sembra esserne consapevole, per questo è già orientata alla prossima edizione del Pivi: «con questa passione», afferma Galassi in coda all’intervista, «vogliamo ottenere di più, sia per dare visibilità, ma anche per smuovere il mercato. Sennò è inutile tenere in piedi qualcosa che non influenza gli adddetti ai lavori».
Un desiderio, questo, che ci sentiamo di condividere: trattandosi di uno dei premi nazionali più importanti dedicati al videoclip – e più in generale di uno dei pochissimi premi tout court – il Pivi rappresenta sempre una ribalta importante e quasi unica per chi di mestiere realizza promo musicali, per di più nel settore indipendente. È quindi cruciale che il premio riesca ad essere comunicato e promosso meglio, raggiungendo quel pubblico trasversale cui fa riferimento Galassi, e sarebbe importante inoltre razionalizzare le categorie tenendo conto dei generi e dei budget, nonché finalmente offrire una meritata vetrina anche ai comparti tecnici.