Con giusto sette-otto anni di ritardo Katy Perry mette le mani su CANADA, ottenendo la produzione della casa catalana più cool, anche se la regia di Harleys in Hawaii è del trio Manson (Pau Lopez, Gerardo del Hierro e Tomas Pena) e non di Nicolas Mendez.
Ad ogni modo si tratta di un esperimento: da un lato una diva, una superstar abituata a videoclip puliti, saturi nei colori e giocosi nei contenuti, con lei spesso nei panni di un personaggio da cartoon, dall’altro un trio di videomaker che amano i formati di “serie b”, 16mm in testa, portatori di un’estetica retro, apertamente citazionista e spesso “sporca”.
Il risultato è un videoclip ondivago, che solo alla fine sterza deciso verso la storia d’amore. Emerge infatti nella parte conclusiva un ritratto di coppia passionale, dove prevale la serietà sul gioco, l’intimità sullo spettacolo come richiedeva l’origine biografica del brano.