In Nice To Have il tempo si ferma o si rallenta, si dilata completamente mentre l’umanità si ritrova incolonnata dentro una galleria. Una coda di automobili che viene attraversata dalla camera del dop Chris Ripley – sicuramente fra i più interessanti della sua generazione – e ci mostra frammenti di vita che si consumano dietro i finestrini. Il regista Noah Lee alterna situazioni ambigue e grottesche, scene quotidiane e momenti unici, fino ad arrivare a 070 Shake (aka Danielle Balbuena) che un attimo prima di schiantarsi fa un breve playback: «Foot on the gas, goin’ fast on the track, keep rollin’».
È in questo pre-finale che, mentre il beat si prende la scena con una parte strumentale, il tempo diventa materia ancora più malleabile per la macchina da presa, attraversandolo in libertà – una soluzione stilistica che ricorda Sundress, diretto da Frank Lebon per A$AP Rocky – mentre lo sguardo voyeuristico dei media si posa sulla star, morta e coronata di fiori. Qui i formati si alternano – anche fotografie – pur rimanendo ancorati all’analogico, mentre sulla coda del brano si ritorna sui personaggi visti nella prima parte, con uno sguardo più documentaristico e tenero.