La vita di alcuni tossicodipententi londinesi viene catturata dalla camera di Will Robson-Scott nella clip di Dopehead, brano del cantautore Hak Baker: si passa dall’assunzione di droga a piccoli espedienti, momenti di audio in presa diretta, scene di convivialità e attimi di solitudine, addirittura la presenza dei figli (e un tatuaggio che recita ‘Dad’, su cui il montaggio indugia più di una volta).
La quotidianità dei tossici è restituita in modo diretto, filtrata solo dai formati utilizzati da Robson Scott – DV e 16mm si alternano armoniosamente -, i cui difetti e il deterioramento fanno eco alle vite devastate dei protagonisti. Per Hak Baker vengono ritagliati dei brevi momenti – ad un certo punto si sostituisce ad uno dei personaggi, come a suggerire il tentativo di un’immedisemazione -, mentre il playback viene relegato al minimo sindacale.