La clip di HD Me, brano dal sound internazionale firmato da Mulai, al secolo Giovanni Bruni Zani, vive nello spazio etereo e sospeso che si crea fra gli sguardi dei suoi due protagonisti, fra il fumo delle loro sigarette e i tanti piccoli gesti che costellano questa storia di incomunicabilità.
La regista Giada Bossi utilizza anche lo spazio, sia quello casilingo, sia quello urbano, come metafora di questo racconto rarefatto. Si passa così dai muri bianchi e anonimi di un appartamento – spesso illuminato solo dalla luce blu di uno smartphone -, alla periferia che si intravede fuori dal balcone, fatta di stazioni secondarie, coi suoi sottopassi oscuri e i palazzoni tutto attorno. Insomma, uno spazio opprimente ed alienante, anche quando si apre verso l’orizzonte.
Nel mezzo c’è tempo per un attimo di respiro: una corsa in due in moto, con lo sguardo perso della ragazza, nascosto dietro la visiera del casco, che maschera e protegge. Poi un’ultima sigaretta, fumata in silenzio prima dell’addio, che brucia lentamente come i due giovani nella sequenza finale.