Francesco Renga – Aspetto che torni (Gaetano Morbioli)
Bianco e nero, Francesco Renga che canta in un tram, Gaetano Morbioli. Bastano queste premesse a mettere i brividi. E invece, fa stranissimo dirlo, Aspetto che torni è un buon video. Nel suo genere, ovviamente, sia mai che ci ammorbidiamo troppo col giudizio, anche perché ci sono comunque alcune atrocità, su tutte quella cosa dei palloncini colorati, ma diciamocelo chiaramente: è il minimo che ci si possa aspettare da Morbioli. (AR)
Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood (Fabrizio Cestari)
Canzone dedicata al nonno che fischiava mentre pisciava e video che sembra uscito dagli anni Ottanta: playback bianco e nero (la canzone è del tipo triste, sai com’è), paesaggi bellissimi, playback e piccola parte narrativa che non aggiunge davvero nulla, ma quattro minuti di scogliere erano davvero troppi. (AR)
Il Volo – Musica che resta (Mauro Russo)>/h3>
Capolavoro assoluto. Decór anni Sessanta, i tre del Volo di trafficanti di diamanti e ladri di antichità (cioè più vecchi del vecchio), gadget alla James Bond che spuntano fuori all’improvviso, bond girl che si chiamano Ornelah con la acca: cos’altro volete? E dire che tutto comincia come un video serio, tra un playback ben fatto e scene da film che sembrano preludere a un qualche interessante sviluppo, ma poi Mauro Russo entra davvero in azione e ci porta come solo lui sa fare sulle montagne russe del trash. (AR)
Patty Pravo feat. Briga – Un po’ come la vita (Gaetano Morbioli)
Gaetano Morbioli scazzatissimo dopo aver firmato il suo capolavoro con il videoclip di Renga, gira quattro scene in croce con Briga e mette Patty Pravo vestita di rosso sul chroma-key. Questa seconda intuizione si rivelerà geniale una volta aperto After Effect: troviamo Patty Pravo nel deserto, Patty Pravo nello spazio, Patty Pravo coi mandala dietro. In pratica Patty Pravo è una divinità. E Morbioli il suo (e nostro) profeta. (AR)