5) Francesco De Leo – La Malanoche (Michele Catalano, Pierluca Zanda)
Videoalbum sui generis, controccorente in questi tempi di It Pop, La Malanoche è un lavoro che si distacca per originalità, ambizione e complessità. È un’operazione insolita, esteticamente contundente che non avrebbe sfigurato come installazione video-artistica.La durata più ampia e la frammentazione per brani permettono a Catalano, Zanda e Lara Limongelli (sceneggiatrice e produttrice) di lavorare sulla struttura, affatto banale, del racconto, piuttosto che sul suo sviluppo – probabilmente anche una scelta necessaria, vedi alla voce budget ridottissimi.Ne esce il racconto visionario di una comunità di emigrati, fra cui spicca il protagonista, scelto come sacrificio umano per ingraziarsi gli autoctoni, qui rappresentati come spettatori disinteressati. Riferimenti puramente non casuali per un lavoro che ha totale autonomia rispetto alle canzoni, ma che ne riflette le tematiche indirette e sottintese. (AR)
4) Liberato – Me staje appennenn’ amò (Francesco Lettieri)
Tra tutti i videoclip diretti da Lettieri per Liberato in questo 2018, probabilmente il migliore è proprio quello che esula dalla trilogia dello scugnizzo (Intostreet e Je te voglio bene assaje che chiudono il cerchio iniziato con Tu t’e scurdat’ ‘e me). Me staje appennenn’ amò mantiene come elementi principali Napoli e l’amore con la A maiuscola, ma questa volta mettendo al centro del racconto (in maniera decisamente coraggiosa) delle storie apertamente LGBTQ, riuscendo come sempre a mostrare diverse sfaccettature sia per quanto riguarda la città sia per quanto riguarda le relazioni, evitando però stereotipi e passi falsi, arricchendo anzi l’immaginario visivo del progetto misterioso. (AF)
3) Maldestro – Spine (Zavvo Nicolosi)
Spine è un’altra prova di abilità narrativa fornito dal già citato Nicolosi quest’anno. Diversamente però da lavori come Domenicamara o Colla vinilica, Spine manca di qualsiasi piaggeria. Una detection paranormale girata col bianco e nero siciliano di Divorzio all’italiana: nessuno propone idee e visioni del genere nel panorama italiano e tanto meno nessuno riesce a farlo con questa qualità. Nicolosi è un regista ormai maturo, che meriterebbe di essere messo alla prova con un film o una serie. (AR)
2) Cesare Basile – Cirasa di Jinnaru (Giovanni Tomaselli)
Esoterismo spinto nel video dei catanesi Cinepila (collettivo a tre formato dal dop Premananda Das, dal produttore Rosario Samuel Adonia e dal regista Giovanni Tomaselli) per Cirasa di Jinnaru di Cesare Basile. Un promo che allude piuttosto che narrare, avvolgendo lo spettatore a livello sensoriale focalizzandosi su elementi minimi: un gesto isolato, un gioco di luce oppure una breve sequela di tagli di montaggio tanto brutali quanto precisi. Evocativo e seducente. (AR)
1) Calcutta – Pesto (Francesco Lettieri)
Nonostante l’agguerrita concorrenza la superstar del videoclip italiano, Francesco Lettieri, riesce a conquistare la parte più alta del podio, guarda caso proprio con un lavoro realizzato per Calcutta esattamente come il promo che ha acceso in maniera prepotente i riflettori su di lui, quel Cosa mi manchi a fare diventato ormai a tutti gli effetti un cult. Pesto è sicuramente una gran prova d’attore (Riccardo De Filippis, visto ad esempio nella serie di Romanzo Criminale), ma prima ancora una dimostrazione del talento di Lettieri, che con un unico piano sequenza riesce a trasmettere lo strazio di un amore ormai giunto alla fine, confermando con quanta facilità il regista riesca a passare da un registro ironico a uno malinconico. Nel futuro prossimo del videomaker partenopeo pare esserci concretamente la possibilità di dirigere un film, ovviamente non possiamo far altro che attendere con estrema curiosità questa nuova prova, sperando però che non decida di abbandonare definitivamente questo mondo a cui ha dato tanto e a cui tanto può ancora dare. (AF)