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2 – Jenny Wilson – Rapin (Gustaf Holtenas)
Rapin è un incubo animato. Rappresentazione inquietante di un trauma, quello vissuto dalla cantautrice Jenny Wilson in seguito ad uno stupro. Materiale delicatissimo e incandescente da trattare, che l’animatore svedese Gustaf Holtenas ha saputo rendere con uno stile che va dall’animazione stile anime alla sintesi dell’illustrazione occidentale contemporanea, passando per complesse architetture di stampo moebiusano – ma che affondano le proprie origini in grandi autori della storia dell’arte, da Brugel ad Hokusai passando per Caspar Friedrich e Max Ernst, specie nella scelta dei colori -, ricreando un ambiente urbano sì immaginario ma perfetto nel rendere l’idea di una grande metropoli multiculturale nel contesto psicologico di una situazione oppressiva, violenta e claustrofobica.
2 – Jenny Wilson – Rapin (Gustaf Holtenas)
Rapin è un incubo animato. Rappresentazione inquietante di un trauma, quello vissuto dalla cantautrice Jenny Wilson in seguito ad uno stupro. Materiale delicatissimo e incandescente da trattare, che l’animatore svedese Gustaf Holtenas ha saputo rendere con uno stile che va dall’animazione stile anime alla sintesi dell’illustrazione occidentale contemporanea, passando per complesse architetture di stampo moebiusano – ma che affondano le proprie origini in grandi autori della storia dell’arte, da Brugel ad Hokusai passando per Caspar Friedrich e Max Ernst, specie nella scelta dei colori -, ricreando un ambiente urbano sì immaginario ma perfetto nel rendere l’idea di una grande metropoli multiculturale nel contesto psicologico di una situazione oppressiva, violenta e claustrofobica.
La sincronia tra animazione e musica è poi semplicemente perfetta – in questo aiuta anche l’elettronica spoglia del brano – mentre l’uso del colore risulta affatto scontato, attraversando l’intera tavolozza ma sempre partendo e tornando al nero. Il risultato è una visione incisiva e paralizzante, che toglie il fiato a più riprese.
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