Uno dei nostri registri preferiti, il russo Lado Kvataniya, ci delizia con un altro videoclip dai toni distopici. 387 è girato come un noir della Hollywood classica – ma non senza qualche tocco tarkovskijano -, però mette in scena una strana storia di tortura e persecuzione che si apre con una citazione da Fahrenheit 451:
A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori, invece di professori, critici dotti e artisti, naturalmente il termine “intellettuale” divenne la parolaccia che merita di diventare
Il bianco e nero, le architetture e l’art direction convogliono un’atmosfera opprimente, accentuata dal mistero che avvolge l’azione. Vediamo infatti alcune persone venire torturate, ma non sappiamo perché, mentre alcuni sadisti gli osservano attraverso delle lenti speciali e altri si riuniscono per decidere le sorti di un ultimo personaggio, condannato a morte.
Nel finale, l’unico squarcio di speranza, quando il corpo del defunto, sepolto sotto un campo di grano, emana una forte luce che attrae un ragazzo in bicicletta. Il messaggio dell’uomo giustiziato – ovvero le lyrics del brano di Dolphin – viene così tramandato.