2013
I vincitori.
Miglior video: La Razionalità – Velvet (Roberto Cinardi)
Miglior regia: Freiheit – Diego Buongiorno feat. Sabina Sciubba (Brando De Sica)
Miglior soggetto: Heavy Branches – Sycamore Age (Roberto D’ippolito e Chiara Feriani)
Miglior fotografia: The Story to tell our Child – About Wayne (dop: Timoty Aliprandi)
Miglior Montaggio: Killer Game – Salmo (montaggio: Fabio Capalbo e Jacopo Rondinelli) + Alto Livello – Clementino (montaggio: Dalila Pinesso)
Nel 2013 la giuria, composta come sempre da giornalisti provenienti da varie testate (XL, Il Fatto Quotidiano, L’Unità) ed addetti ai lavori (registi, sound designer, soggettisti), era presieduta da Fabrizio Galassi e coordinata da Giordano Sangiorgi, ideatore e organizzatore del MEI. E’ stato l’ultimo anno da Presidente Onorario per Roberto Pompili. In generale la qualità dei video (sia quelli selezionati che quelli vincitori) era piuttosto alta, mantenendo un occhio di riguardo alle storie rispetto alla sperimentazione, prediligendo quindi una forma più classica ma con standard decisamente cinematografici (per la prima volta nella cinquina finale non è presente nessun’animazione o clip in stop motion).
I videoclip.
Dopo la vittoria nel 2011 come miglior regia, Roberto Saku Cinardi si aggiudica il premio più importante con La razionalità, vero e proprio cortometraggio impreziosito dall’interpretazione di tre attori provenienti dal mondo del cinema e della televisione, ovvero Maurizio D’Agostino, Giulia Bevilacqua e Piergiorgio Bellocchio. La storia racconta il disperato e folle piano di un professore universitario, ossessionato dalla matematica, costretto a casa per colpa dei suoi problemi di salute, mentre la figlia, ignara di tutto, tenta di prendersi cura di lui. Un buon soggetto supportato da una regia impeccabile e da un’ottima fotografia (a cura di Timoty Aliprandi, vincitore guarda caso proprio quest’anno del premio dedicato a quella specifica categoria), perfettamente in linea con l’immagine matura che i Velvet intendevano mostrare tornando sulla scena musicale dopo qualche anno di silenzio.
https://www.youtube.com/watch?v=UbMqr2jP3Nw
Brando De Sica, nipote del regista Vittorio, padre del neorealismo italiano, e figlio dell’attore Christian, dopo una breve parentesi davanti alla macchina da presa ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla sua vera passione: la regia. Per farsi le ossa ha collaborato come aiuto regista a fianco di Pupi Avati e Matteo Garrone, girando nel frattempo parecchi spot pubblicitari e cortometraggi; proprio di quest’ultima categoria fa parte Freiheit, videoclip tratto da The Bush, concept album del compositore Diego Buongiorno, che racconta una vera e propria fiaba moderna con protagonista una bambina in lotta con le tenebre di una foresta (il suddetto bush). Un progetto ambizioso con ospiti internazionali, accompagnato da un libro e una serie di cortometraggi, tra cui quello diretto da De Sica, un lavoro molto toccante in cui viene reinterpretato in maniera delicata ma al tempo stesso oscura, il momento in cui la protagonista si trova in bilico tra la vita e la morte.
Se ci fosse stato un premio per i migliori effetti speciali probabilmente lo avrebbero vinto Roberto D’Ippolito e Chiara Feriani, forse anche solo per la loro esperienza come visual effects artist in produzioni cinematografiche di un certo rilievo (ad esempio The Man from U.N.C.L.E, Ghost in The Shell, Scott Pilgrim vs. the World). Heavy Branches dei Sycamore Age parte da un’idea molto forte, la nascita di un essere alieno dalla forma umanoide e dagli strani poteri che si trova spaesato e spaventato in un mondo nuovo (il nostro) con cui interagire senza però sapere come fare, realizzata in maniera eccellente grazie alla competenza dei due registi/artisti visivi. Veramente notevole anche la performance della protagonista, Sayoko Onishi, danzatrice di Butō, che si è prestata a recitare nel ruolo dell’alieno. D’Ippolito e Feriani oltre a continuare a lavorare nel mondo del Cinema hanno realizzato anche spot commerciali e altri videoclip musicali, a volte in coppia (Cuore d’oceano del Teatro degli orrori feat. Caparezza), a volte da soli (Come ti vorrei di Pierpaolo Capovilla o L’amorale degli Zen Circus).
Timoty Aliprandi non contento di aver contribuito alla vittoria de La razionalità, si aggiudica anche il premio come miglior fotografia grazie all’ottimo bianco e nero messo in scena nella clip The Story to tell our Child, diretta da Marco Missano per la band romana About Wayne. Una ricostruzione credibile, sia dal punto di vista estetico che da quello narrativo, della teoria cospirazionista secondo cui Lee Harvey Oswald non fu l’unico cecchino che sparò al presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy. Aliprandi e Missano avevano già collaborato in passato su altre clip, proprio al PIVI nel 2012 avevano vinto con Welcome to Babylon degli A Toys Orchestra. Ad oggi Aliprandi continua a lavorare come direttore della fotografia per grandi brand commerciali (Rayban, Bulgari, Toyota), oltre che per svariati cortometraggi (ad esempio Christian di Roberto Cinardi).
Nel 2013 l’ondata trap ancora non aveva travolto il mondo del rap italiano, che godeva di ottima salute: quelli che si erano fatti la gavetta partendo dal basso (come Salmo e Clementino) stavano raccogliendo i frutti di un mercato che finalmente si era adeguato ai trend d’oltreoceano. Forse è anche per questo che la giuria ha preso la decisione di assegnare il premio ex aequo come miglior montaggio a due clip provenienti proprio da quel genere musicale, capace di coinvolgere le generazioni più giovani grazie anche a promo videomusicali dal ritmo serrato e adrenalinico. Killer Game diretto da Jacopo Rondinelli (anche montatore insieme a Fabio Capalbo) ne è l’esempio perfetto: il playback degli artisti coinvolti si fonde con un insieme di riprese veloci che immortalano le evoluzioni atletiche fatte da praticanti di sport estremi, dal parkour al base jumping passando per il motocross. Un tema che il regista, dopo essersi dedicato ad altri video musicali e svariati spot commerciali, ha sviluppato nel suo primo lungometraggio, Ride, uscito al cinema lo scorso settembre. Alto Livello invece è il giusto riconoscimento alla perseveranza di Mauro Russo e della sua Calibro9, agenzia di produzione video strettamente collegata al rap italiano, che ha accompagnato fin dai primi lavori (very) low budget per arrivare a collaborare con le major più importanti. In questo caso Russo e la montatrice Dalila Pinesso hanno calato il rapper Clementino in una versione allucinata della sigla di Willy – Il Principe Di Bel Air, un’idea simpatica anche se non troppo originale. Il regista sta attualmente lavorando al suo primo film.