2010
I vincitori.
Miglior video: Fonokit – Chi sono io (Gabriele Surdo)
Miglior regia: Il Teatro degli Orrori feat- Bloody Beetroots – Direzioni Diverse (Jacopo Rondinelli)
Miglior soggetto: Julie’s Haircut – Mountain Tea Traders (Marco Missano)
Miglior fotografia: Paolo Benvegnù – Io e il mio amore (fotografia di Ferran Paredes Rubio)
Miglior montaggio: Ners – Jupiter’s Tale (Fabio Festinese)
Dopo la scrematura degli oltre 400 videoclip presentati al concorso, i premi sono stati attribuiti dalla giuria presieduta da Roberto Pompili in cui trovavano spazio: Fabrizio Galassi (giornalista), Riccardo Severi (direttore mensile What’s Up), Cosimo Terlizzi (video artista), Edoardo Bridda (SentireAscoltare), Francesca Piggianelli (Roma Videoclip), Stefano Blasi (giornalista rivista “Tutto Digitale”), David Bonato (producer), Elisa Volpi (Coming Soon Television), Marino Midena (RIFF Roma Independent Film Festival), Sergio Rinaldi (Aperitivo Corto), Guido Michelone (Critico musicale).
Come nelle annate precedenti, anche il 2010 ha visto una serie di premi collaterali:
Premio speciale Musicanimata (per video d’animazione): Music for Eleven Instruments – Everyone in Their Room (Marco Missano); con menzione speciale a Frigidaire Tango – NaturalMente (Jacopo Rondinelli e Peppo Bianchessi)
Miglior Videoclip HIP HOP Mousemen: Mista B. feat Amir & Lamiss – Di Corsa (Valerio Frattini)
Premio sponsorizzato da Tutto Digitale per la Tecnica: Kutso – Aiutatemi (Michele Baruffetti)
Premio Bizzarro d’Autore Videoklip: IlCircodiJuda – Cose Macabre (Paolo Nepi)
Menzione speciale Cinema for You – Cineteca dei Giovani Europei al Miglior videoclip su tematiche civili e sociali: Il Teatro degli Orrori – A Sangue Freddo (Jacopo Rondinelli)
Premio del pubblico: PATG – Living Without You (Salvatore Centoducati)
Inoltre veniva assegnato un premio speciale come Videomaker dell’anno a Stefano Poletti, per sottolineare l’insieme dell’opera del regista.
I video.
“Chi sono io?” si domanda costantemente il cantante dei Fonokit per tutto il brano. Di conseguenza Gabriele Surdo ci ha tofuori un clippino semplice sul tema della maschera. Visti i primi venti secondi, visto tutto: personaggi vari si infilano un sacchetto di carta in testa con stampata la faccia di un personaggio famoso, o un quadro, uno smile ecc. «Il miglior video è quello che raggiunge la perfezione sotto tutti gli aspetti: montaggio, regia, soggetto, fotografia e ovviamente la musica», si legge nelle motivazioni allegate dalla giuria, «ci vuole una forte dose di sensibilità artistica per trovare il giusto bilanciamento tra tutti questi elementi, la stessa sensibilità che ti permette di rendere geniale un’idea apparentemente ovvia. Questo video è tutto questo, forte quanto serve per non farti staccare gli occhi dalle immagini e semplice quanto basta perché rispetti il ruolo della canzone.» Peccato che l’idea, ad otto anni distanza, sembri assai più ovvia che geniale.
I Fonokit a quanto pare si sono sciolti nel 2016, mentre Gabriele Surdo gira tutt’oggi spot e fashion films ed è rappresentato da ART Alessandra Ruiu Talents.
Il Teatro degli Orrori cercava di farsi spazio nell’agone musicale mainstream con questa improbabile ma tutto sommato riuscita collaborazione con i Bloody Beetrots. La regia del videoclip veniva affidata a Jacopo Rondinelli (che dallo stesso album aveva curato anche A Sangue Freddo). Il risultato è un complesso finto piano sequenza in cui Pierpaolo Capovilla rimane sempre al centro dell’inquadratura con la sua accorata interpretazione del brano. Tutto attorno compaiono figure evocative e misteriose, addirittura una manifestazione di protesta, fino all’ultimo incontro con il destinatario delle sue parole, qui interpretato da Carlo Casale dei Frigidaire Tango.
Jacopo Rondinelli ha proseguito la sua carriere di regista di videoclip con nomi sempre più grandi, affiancandovi lavori pubblicitari di rilievo.
Autentico gioellino, Mountain Tea Traders è una metafora della mercificazione musicale, espresso attraverso un pauperismo e un’inventiva gondryana. Messo in scena su un treno in corsa, il promo racconta la storia di un impresario che scopre la band, la circuisce per far loro firmare un contratto e ne trasforma la musica in un prodotto ipnotico, destinato a conquistare il mercato ed alienare gli ascoltatori. Non resta che ribellarsi, scappare verso l’ultimo vagone e staccarsi dal treno in corso verso il nulla.
Marco Missano ha continuato a dirigere videoclip – lo troveremo anche più avanti in questa nostra retrospettiva sul Pivi – e oggi dirige pure commercial. È rappresentato da Recalcati Multimedia.
Look retro e fotografia in chiaro scuro da noir valgono il premio al dop Ferran Paredes Rubio, mentre il video di Io e il mio amore, diretto da Simone Manetti, mette in scena l’umanità varia che affolla un hotel. Dalla copia in attesa di un figlio al disperato sul punto del suicidio, passando per la fine di un amore e un sudicio solitario che si gira a guardare il culo dell’inserviente: tutti devono fare i conti con la loro identità.
Oltre che come regista di videoclip, Simone Manetti si è distinto come montatore (nel suo curriculum film come La prima cosa bella e serie Tv del calibro di 1992); ha girato alcuni corti documentari e ci risulta rappresentato da 5e6. Ferran Paredes Rubio, barcellonese, si è affermato in Italia come direttore della fotografia per commedie (Zoran – Il mio amico scemo, L’ora legale, Il tuttofare) e film d’autore (Indivisibili).
Concepito come un video tributo a Watchmen, Jupiter’s Tale è diretto da Fabio Festinese, anche batterista dei Ners. Abbastanza inspiegabile come si sia portato a casa il premio come miglior montaggio, ma è innegabile che, dati i mezzi a disposizione di una piccolissima band, questo lavoro colpisca per qualità e riuscita.
I Ners sono intattivi dal 2017 e Fabio Festinese non ha proseguito nella realizzazione di video.